Il designer di fama internazionale Giulio Iacchetti sarà presente alla Design Week 2014 con un importante progetto. Ci abbiamo parlato, e per Designspeaking ha risposto ad alcune domande: Designspeaking: Nel 2001 ha vinto il Compasso d’Oro per Moscardino, posata multiuso biodegradabile; sue anche le palettine di Grom, gelateria da sempre impegnata nel riciclo e nella sostenibilità. Quali sono i passi successivi che muoverà in questo senso? Iacchetti: Trovo che ormai bisogna elaborare il concetto di sostenibilità, che al giorno d’oggi non significa più riciclare i prodotti o utilizzare materiali biodegradabili, bensì curare la loro qualità. Un vero prodotto sostenibile è uno che non esaurisce la sua funzione in breve tempo, ma un oggetto a cui ci si può affezionare, che non si dà per scontato e del quale non si riesce a fare a meno. A tal proposito è importante riscoprire le piccole produzioni artigianali e ciò che contraddistingue qualitativamente il nostro “saper fare”. Designspeaking: A tal proposito, lei sarà presente alla Design Week, nel Brera Design District, con il progetto Interno Italiano. Ce lo racconta?Iacchetti: Interno Italiano è una collezione di progetti che vogliono riscoprire il legame con l’artigianato. Non si tratta di valorizzare l’autoproduzione: il progettista disegna e l’artigiano, che ha le competenze e gli strumenti necessari, realizza. Negli oggetti, il valore dell’uno è pari a quello dell’altro, e infatti entrambi firmano il prodotto. Una dimensione tale permette di lavorare sui dettagli, lavorare bene, riscoprire l’Italia degli artigiani, le nostre capacità e il nostro lavoro. Le nuove tecnologie? Non vedo alcuna differenza nel progettare l’app più sofisticata per uno smartphone e uno squisito sgabello in legno di cedro.Designspeaking: Il suo portfolio progettuale è molto variegato: dagli oggetti d’uso, all’arredamento a, ultimamente, anche esibizioni come Cruciale. Cosa cattura la sua attenzione? Iacchetti: Sono due gli elementi che mi attraggono e mi inducono alla riflessione. In primis andare a individuare quali sono i bisogni e le necessità: cogliere i bisogni della vita quotidiana, andare a creare qualcosa che manca. Inoltre il concetto di “vuoto”: noi architetti e designer siamo sempre affascinati da un vuoto, che per chi progetta si traduce come “spazio da riempire”.