Mentre a Barcellona ADN Galeria – una piattaforma ibrida tra mediazione commerciale e contributo culturale con l’obiettivo di promuovere idee e tendenze artistiche attuali – presentava Mundus Novus, la terza mostra personale di Federico Solmi nella galleria, a New York, l’artista italiano, che vive nella città americana, preparava un’installazione molto speciale. Durante il mese di luglio e fino al 31, il nuovo lavoro di Federico Solmi American Circus viene presentato ogni sera a mezzanotte sui display pubblicitari di Times Square come parte della serie di mostre ‘Midnight Moment’ di Times Square Arts.

American Circus è un ritratto massimalista di Times Square come un eterno carnevale, pieno di bancarelle di cibo, vorticose giostre, bandiere americane, fuochi d’artificio, un’assurda raccolta di monumenti iconici del mondo e insegne pubblicitarie “TUTTO A UN EURO O MENO”. Una folla plaudente sembra divertirsi in uno spettacolo continuo di intrattenimento, consumo e nazionalismo. American Circus è un’anteprima mondiale di una serie di opere intitolate The Great Farce. È l’adattamento di un’installazione video a nove canali con lo stesso titolo che Solmi ha creato per la Biennale B3 2017 di Moving Image a Francoforte in Germania.A New York come a Barcellona, l’arte simultaneamente fa satira e mette in luce la capacità dei mass media di influenzare i processi di convalida e riconoscimento del potere. Pertanto, la rappresentazione del potere nel suo lavoro porta all’identificazione della nostra attuale società come prigioniera del proprio ossessivo spettacolo. Con il crollo del tempo e della geografia sul piano artistico, Solmi sottolinea in maniera decisa come il potere degli stati, il colonialismo e l’imperialismo abbiano una relazione simbiotica con le ambizioni capitaliste. Usando il disegno come punto di partenza, crea un opera artistica ibrida con cui critica la società di oggi. Con questo obiettivo in mente, l’artista utilizza vari media che portano il disegno a un nuovo stato di movimento e drammatizzazione, attraverso l’uso di tecnologia 3D, giochi elettronici, motion capture, dipinti e schermi.Le opere presentate da ADN nella mostra Mundus Novus erano incentrate sulla colonizzazione americana. Gli esploratori, i colonizzatori, i guerrieri, i nativi, i cattivi, i furfanti e gli imbroglioni sono posizionati all’interno di scene fantastiche di commedia grottesca che debuttano il mito stesso della conquista del Nuovo Mondo. Saltando la cronologia storica, i coloni fanno il loro ingresso come stelle sul tappeto rosso mentre i nativi li accolgono con entusiasmo, tutti circondati da gruppi di paparazzi, applausi e applausi. Le narrazioni dei libri di testo vengono messe alla prova nel mondo di Federico Solmi, dove storie apprese di eroi euroamericani vengono presentate come una manipolazione del passato per diffondere la favola. I fatti vengono smantellati in un circo ironico di colori saturi ed etichette di marchi inseriti dall’artista per costruire una critica dei valori occidentali e del consumatore compulsivo e nichilista.Il linguaggio visivo che rende riconoscibili le opere di Solmi è caratterizzato da una re-immaginazione distorta di figure classiche in un ambiente digitalizzato e bizzarro del mondo reale. Le sue narrazioni integrano le icone della cultura occidentale per riflettere una società ridicola e fuorviante che è tanto seduttivamente indulgente quanto un incubo. L’uso di nuove tecnologie di animazione offre a Solmi la capacità di rivisitare e riscrivere continuamente la storia attraverso forme dinamiche e drammatiche di narrazione. I suoi personaggi fantoccio sono animati grazie a tecniche di motion capture per affrontare profondi drammi politici nel suo assurdo teatro del mondo. Attraverso il disegno e la video-painting, il continuum della storia che riflette la realtà in atto di leader politici e religiosi che traggono profitto dalla ricchezza e dalla loro influenza nonostante l’eredità di corruzione, manipolazione e genocidi. Questa ipocrita eredità culturale dell’Occidente, sostenuta da storici e governi, è ciò che ossessiona Solmi, al punto che proietta nelle sue opere una prospettiva straordinariamente distopica sul passato e sul presente. In questo corpus di opere sono visibili le connessioni indissolubili tra nazione e religione, consumismo e capitalismo… I riti, lo sfarzo e le circostanze diventano grottesche e sfidano le idee abituali attorno alla manifestazione del nazionalismo.

 

FEDERICO SOLMI

Federico Solmi (Italia, 1973) è un artista multidisciplinare che risiede a New York. Il lavoro di Solmi indaga le contraddizioni e le inesattezze delle narrazioni storiche che hanno portato la società a un’era caotica di disinformazione in cui la realtà dei media, la celebrità, la cultura popolare e il consumismo nella civiltà occidentale creano un mondo estremo e assurdo caratterizzato da corruzione e ipocrisia. Solmi sfrutta le tecnologie emergenti per rivelare le ipocrisie nella società contemporanea, facendo arte con commenti politici e sociali come mezzo per contrastare la struttura del potere della nostra era tecnologica. Trasformando i suoi quadri come fossero un video gioco, Solmi affronta il pubblico con la sua assurda riscrittura di eventi passati e presenti. Solmi mette in scena un mondo virtuale in cui i nostri leader diventano marionette animate da script per computer piuttosto che da fili.

Il suo lavoro è stato incluso in diverse Biennali internazionali, tra cui Open Spaces: A Kansa City Arts Experience (2018), Beijing Media Art Biennale (2016), Frankfurt B3 Biennial of the Moving image (2017-2015), First Shenzhen Animation Biennial in China (2013), 54th Venice Biennial (2011) e SITE Santa Fe Biennial in New Mexico (2010). Nel 2009, Solmi ha ricevuto il John Simon Guggenheim Memorial Fellowship nella categoria Video & Audio. Sue mostre personali sono state allestite presso Kunstkraftwerk Leipzig, Tarble Art Center, Charleston Illinois, Rochester Contemporary Art Center (2018), Museo de Arte Contemporaneo del Zulia Maracaibo, Venezuela (2017), Haifa Museum of Art in Israele (2016), Centro Cultural Matucana 100 di Santiago del Chile (2015), Istituto Italiano di Cultura di Madrid.