Dopo il grande successo di critica e pubblico del 20 marzo 2019 alla fondazione Tre Oci di Venezia, ha inaugurato nelle sale di Palazzo Reale a Milano, lo scorso 4 dicembre, la mostra fotografica di Letizia Battaglia “Storie di strada” curata da Francesca Alfano Miglietti.Un racconto sentito e fortemente cercato dalla curatrice, nota anche con lo pseudonimo FAM, amica ed appassionata estimatrice della grande fotografa palermitana, in un vastissimo archivio di straordinarie immagini, celato e custodito come un tesoro segreto.

Marineo, 1980. La bambina e il buio

Un ritorno alla amata Milano che nel 1971 le diede l’opportunità di iniziare la sua carriera, quando Battaglia si pensava come giornalista al Corriere della Sera ed invece si mostrò chiaramente come fotografa attenta testimone del suo tempo. Un primo sguardo alla Palazzina Liberty e ad una giovanissima Franca Rame in mezzo a tanti bambini.
Così come i ritratti straordinari di Pier Paolo Pasolini tanto vicini da poterlo toccare, sentire, ascoltare.
Inizia con queste immagini la mostra di Letizia Battaglia, che si sviluppa nelle cinque sale di Palazzo Reale con la struggente bellezza della gente di strada, tra gioie semplici e delitti di mafia, dove la speranza accompagna il dolore, come nelle opere di Caravaggio o nei ritratti rinascimentali, chiaro scuro di esistenze comuni dove la parola umiltà trova un suo senso preciso.Sorrisi, baci e carezze così come le lacrime delle donne per i loro figli e compagni uccisi dalla barbarie mafiosa. Sangue, terra, riunioni familiari, balli e giochi, tutto ciò che fa parte delle nostre vite, in una fantasmagoria ordinata di un racconto personale e commovente. “Mi ero stufata di sentirmi dire che ero una fotografa di mafia, così ho accostato il pube di donna alla ricerca di una diversa prospettiva di bellezza e di dolore”, racconta Battaglia nel video che chiude e completa la mostra proprio con le parole dell’autrice.

Alessandro Turci speaking