Immaginare un futuro prossimo nel quale la convivenza con virus e altri agenti patogeni, nel quadro di una vita ed economia attiva, per quanto deprecabile sia altrettanto plausibile. L’architetto Massimo Iosa Ghini fin dalla prima fase di quarantena, come molti suoi colleghi, si è attivato per pensare a nuove soluzioni che potessero contrastare la diffusione del virus, cercando di dare un contributo allo sforzo collettivo nel modo più trasversale e ampio possibile.

Il design deve dare il suo contributo e la responsabilità del designer è quella di condividere soluzioni tangibili” dice Massimo Iosa Ghini. “Ho pensato di progettare una nuova maschera, esteticamente piacevole, facile da usare e che, soprattutto, può essere utilizzata ripetutamente“.Da questo ragionamento è nato un laboratorio condiviso e open source con lo scopo di creare una maschera che coprisse interamente il volto, proteggendo sia la bocca e il naso che gli occhi, trasparente, capace di favorire la socialità tra le persone, la possibilità di comunicare anche con il labiale, la mimica del viso e la riconoscibilità dell’identità della persona che la indossa.

Al momento un team interdisciplinare di professionisti sta studiano l’integrazione al design delle componenti tecniche per la messa a punto del funzionamento, con l’obiettivo di realizzare un primo prototipo che possa essere testato e sviluppato in ambito industriale.

L’anti virus mask infatti coniuga vari aspetti che derivano da prodotti professionali attualmente in commercio e nuove tecnologie, per mettere a punto un prodotto per nuovi utenti, non solo persone che le indossino nel quotidiano, ma soprattutto professionisti nella propria attività lavorativa, per esempio dentisti o receptionist, cassiere o negozianti.

Il passaggio dell’aria all’interno della maschera avviene tramite un sistema di ventilazione forzata che rende confortevole il respiro, evitando i problemi di affanno e scarsa ossigenazione che si riscontrano con le normali mascherine se portate per lungo tempo. La ventola fa passare l’aria attraverso un sistema di filtraggio, che potrà essere customizzato in base al tipo di particolato da contrastare: virus, smog o altri agenti patogeni. Importante, il ricircolo dell’aria impedirebbe l’appannamento del visore.

Allo studio anche altri elementi di implementazione della maschera, come il microfono o altri smartdevice che possano dialogare con dispositivi portatili. E si sta studiando anche come poter integrare al sistema di filtraggio, in particolare per quel che riguarda l’espirazione, dei sistemi di sanificazione che utilizzino la tecnologia a luce UVC, con lunghezza d’onda capace di far decadere la particella patogena.