Un prisma scuro incastonato nel paesaggio alpino. Il Bivacco Corradini

“(…) somewhere to live, when the rest of the world blew up”

Bruce Chatwin, In Patagonia, 1977

 

Il progetto del bivacco d’alta quota a pochi metri dalla vetta della Dormillouse (2908 mslm) sul confine tra Italia e Francia, in alta Valle di Susa, nasce per volontà di Paolo Corradini e delle sua famiglia, in ricordo del figlio Matteo, appassionato alpinista.Il Bivacco Matteo Corradini è un nido in legno di cirmolo accogliente, caldo e conviviale: un luogo di incontro a 3000 metri di altitudine, rivolto alla comunità degli alpinisti disegnato da Andrea Cassi e Michele Versaci. E’ un corpo nero opaco incastonato nel paesaggio alpino. Un corpo nero, in fisica, è un oggetto ideale che assorbe totalmente l’energia, re-irradiandola nell’ambiente circostante. Un dispositivo ottico proteso verso il paesaggio, installato in pochi giorni con un sistema costruttivo leggero e reversibile.

Appoggiato su una piccola sella – al di sotto dei pendii finali della vetta – il Bivacco Matteo Corradini è un prisma scuro con profilo esagonale, incastonato nel paesaggio alpino. Un guscio metallico a protezione dalle rigide condizioni atmosferiche d’alta quota e in grado di assorbire la massima radiazione solare.

Materiali e volumetria sono stati progettati in relazione al paesaggio: ripide creste di roccia scura da cui si sviluppano pendii erborsi e pietraie, completamente ricoperti di neve nella stagione invernale.Un’interferenza discreta che, come un’opera di land-art abitata, definisce punti di vista inaspettati nel paesaggio naturale. L’involucro, grazie al materiale di rivestimento esterno e alla sua stratigrafia, garantisce un’elevata performance in termini di isolamento invernale ed estivo. Il guscio metallico protegge un piccolo ambiente realizzato in pino cembro, legno utilizzato nella tradizione alpina per la costruzione di culle e per il rivestimento delle camere da letto, per il suo profumo e per la sua facilità di lavorazione.L’interno del bivacco è composto da un sistema di gradonate di legno che si sviluppano sui due lati corti dell’edificio, intorno a un tavolo centrale. I sei gradoni lignei, tre per parte, diventano letti per la notte mentre, durante il giorno, definiscono un sistema di sedute in aggetto sul pendio della montagna. La forma dell’edificio è stata modellata in favore del paesaggio circostante. Due grandi vetrate si aprono sui lati corti come cannocchiali o come l’obiettivo a soffietto dei banchi ottici per catturare il paesaggio, traguardando verso Nord la Val Thuras e inquadrando il massiccio degli Ecrins verso Sud.Reversibilità e sostenibilità ambientale sono un punto chiave del progetto: un’installazione leggera e a basso impatto che appoggia a terra per 1/4 della sua superficie inferiore così da adattarsi al pendio e, al contempo, limitare il consumo del suolo. La progettazione ha risposto a questo obiettivo definendo un processo di prefabbricazione lignea che ha permesso un’installazione del bivacco in tempi ridotti.I moduli sono stati costrutti e pre-assemblati in officina, quindi trasportati in elicottero e riassemblati sul sito di costruzione. L’ottimizzazione di pesi e forme ha reso agevole e rapido il montaggio in alta quota e ha permesso di minimizzare il trasporto in elicottero.

Il bivacco ha vocazione principalmente invernale e primaverile: la Val Thuras è meta privilegiata per l’attività dello sci alpinismo e la Dormillouse rappresenta una delle destinazioni più frequentate della valle. La piccola sella – scelta come sito di installazione della struttura – è un punto panoramico e paesaggistico ideale per la costruzione di un ricovero d’emergenza che possa accogliere i numerosi sci alpinisti e offrire appoggio per gli escursionisti che, durante tutto l’anno, decidono di raggiungono la vetta dopo alcune ore di cammino.

Un progetto di Andrea Cassi e Michele Versaci, con Lorenza Bianco (involucro), Luca Giacosa (strutture), Secondo Antonio Accotto (relazione geologica), Fabrizio Carosso e Luca Borello (Abitare – strutture e case in legno).

Realizzazione: Struttura lignea, involucro e montaggio: Abitare – strutture e case in legno (Massimo Carosso, Fabrizio Carosso, Luca Borello, Alessia Badellino, Marco Ansalone, Cristian Alexandru Mihai, Viorel Honceriu, Iosif Ionel Mutescu, Iacob Alin Stiorobelea, Andrea Soggia, Marco Soggia, Ciprian Marian Chirila, Tibius Hapaianu, Alessandro Lunardi, Andrea Garizio, Alessandro Sassi, Pier Giorgio Lunardi, Bruno Simone).

Fondazioni: Edilg (Giorgio Pourpour), Perfor (Fortunato Treve), Begni, Ricardo Ruiz; Trasporto: E+S Air srl (Andrea Pellissier, Alessandro Pellissier, Armando Barell).