Come ha scritto James Dickey, i comignoli hanno “quell’aspetto immutabile, disperato da cui scaturiscono i miracoli”. L’industrial designer Matteo Di Ciommo racconta: “Passeggiando un giorno per Varallo Sesia, Arianna mi indica un comignolo bellissimo. Non ci avevo mai fatto caso. Era incredibile, sembrava essere un modellino di un palazzo sopra ad un palazzo più grande”.

Matteo Di Ciommo, che crede fortemente nella meraviglia delle cose, si accorge di dettagli così nascosti eppure così studiati. I comignoli sono architetture autonome e non solo elemento architettonico. Pensando fosse un peccato che se ne stessero tutti soli là sopra ai tetti, ha deciso di trasporli in legno, per averne cura ed osservarli da vicino. In sostanza questi comignoli non potevano davvero rimanere sui tetti, difficili da vedere. Lo sorprendeva quanta cura ci fosse lontano dallo sguardo per una parte della casa che serve solo a far passare il fumo. Così oggi ispirandosi ai veri comignoli Matteo Di Ciommo ha creato dodici pezzi unici in legno di noce.

Matteo Di Ciommo, nato a Roma nel 1987, dopo essersi laureato a Roma a La Sapienza si è specializzato in Disegno Industriale al Politecnico di Milano. Nel 2013, dopo aver lavorato a Roma e New York, collabora con Francesco Faccin a Milano. Sempre nel 2013 inizia la collaborazione, attualmente in corso, con Michele De Lucchi. Contemporaneamente porta avanti ricerche personali nel campo del design costruendo personalmente i suoi lavori.