Tutti i nomi hanno un’origine e un significato. Abhajour viene dal sanscrito “abha”, che significa ”splendore/luce” e dal francese “jour”. Uniti, i due termini evocano l’abat-jour, oggetto simbolo di un’illuminazione intima e raccolta. “Dove c’è molta luce l’ombra è più nera” scriveva Goethe. E’ da questa frase che nasce Abhajour by Rita Scarpinato, un progetto che rielabora la funzione della lampada e ne enfatizza il valore estetico/emozionale. Non è possibile pensare alla luce ignorandone il suo elemento complementare, ovvero il buio. Ed è proprio il buio in cui la luce si manifesta a determinarne il prezioso valore poetico. Come trasporre allora in oggetto materiale e tangibile questa realtà? Il buio e la luce diventano i due elementi che si prendono cura l’uno dell’altro, la luce diventa in qualche modo tutore del buio, ma anche di altri oggetti. Sfere di vetro soffiato emettono una luce raccolta entro la quale gli oggetti e noi stessi troviamo il riparo necessario per godere appieno della nostra intimità. E’ allora che in un piccolo spazio, in queste piccole sfere di vetro, alcuni oggetti in ceramica bianca opaca e alcuni elementi naturali trovano nella luce il loro tutore/curatore.