In Italia le vacanze estive sono sacre. Le città si desertificano, le aziende chiudono, il paese dimentica tutti i suoi problemi per un breve periodo…

Da “Le smanie per la villeggiatura” di Goldoni, scritta nel 1761, alle foto di Massimo Vitali delle bianche spiagge di Rosignano Solvay, che sono in realtà una discarica chimica, il tema delle vacanze italiane ha corso lungo tutta la cultura letteraria e visiva del Bel Paese.In questa bolla che dura un mese e per la quale si accumulano soldi durante tutto l’anno, le priorità cambiano, il mondo diventa un posto facile, bello, divertente e la vita agiata, senza responsabilità e senza lavoro, diventa realtà.

Ecco le contraddizioni di un paese conservatore e moralista, ma solo la domenica.Un’estate al mare, lontana dai problemi del quotidiano, è quella che ci propone Marco Rambaldi per la collezione primavera/estate 2019.

Marco Rambaldi parte da vecchie cartoline degli anni ’60 e ’70 spedite da chissà dove a chissà chi per ricostruire un immaginario di finta leggerezza in cui la spensieratezza estiva fa dimenticare la passione politica, l’impegno, la realtà appunto.
Un immaginario fatto di vecchie carte da parati slabbrate, di corpi ammassati al sole come formiche, di piccoli fiorellini tanto ingenui quanto falsi che si scontra con la grafica dei manifesti dei partiti politici e ricostruisce un immaginario tanto leggero quanto ossessivo.L’obiettivo è scavare sotto la pelle screpolata dall’abbronzatura riminese per ritrovare la coscienza politica perduta, l’impegno personale e sociale rileggendo una lezione che storicamente non è lontana da noi e che si sta ripetendo, ogni giorno, davanti ai nostri occhi.La Collezione.

Nella collezione si susseguono storie contraddittorie: delicati uncinetti, stampe propagandistiche, vecchie carte da parati stampate su crêpe e twill, cuori intarsiati nella maglieria, paesaggi marinari riprodotti in jacquard su maglie e in stampa su denim.

Il senso dell’agiatezza borghese si mescola con un’idea di streetwear contemporaneo: abiti di crêpe a fiori e overcoat cerati di cotone check, seta trasparente a righe sottilissime e k-way in nylon, popeline colorato e pesi giacca da drapperia maschile.Un universo difforme ma coerente che racconta una storia di critica all’oggi ma descrive anche uno scenario di accoglienza, di comprensione, di superamento dei limiti. Sempre più necessario.