Interamente realizzata a mano in Italia, la sedia Steelo nasce dall’idea di fare dell’oggetto di design un prodotto in cui la funzionalità è estetica, di “estrarre la bellezza dalla funzionalità”. Una filosofia che definisce tutta la ricerca di Mario Alessiani. Progettata per l’azienda italiana Officine Tamborrino, Steelo è la sedia in ferro incastro perfetto di funzione ed estetica: leggera, resistente, impilabile all’infinito e dai costi contenuti. Sottili tondini metallici costituiscono lo scheletro su cui poggia una scocca metallica piegata dallo spessore minimo, per ottenere una seduta agile, leggera ma, allo stesso tempo, robusta. Un oggetto solo apparentemente semplice, in realtà frutto di un’approfondita ricerca, che ha avuto l’obiettivo di ottimizzare al massimo il processo produttivo, per contenere i costi e portare nel mercato una sedia di alta qualità, versatile, a portata di tutti. Ogni elemento estetico ha un funzione definita, come le asole agli angoli, necessarie per realizzare la piegatura del sedile, progettate accuratamente nella dimensione e nella forma, tanto da diventare un elemento decorativo, un segno distintivo dell’oggetto.Functional beauty, bellezza funzionale, è l’idea di fondo che ispira Alessiani – designer italiano di 29 anni attivo a Teramo, dove ha fondato lo studio che porta il suo nome nel 2013 – e il messaggio che accompagna le sue creazioni: “Una sedia è una sedia e un tavolo è un tavolo. Nonostante i mille sforzi che un designer possa fare per produrne modelli e versioni sempre più belli e iconici, l’uso che facciamo di certi pezzi non cambia e non cambierà nel tempo. Per questo, penso che un designer contemporaneo debba lavorare per tirare fuori l’estetica di un arredo dalla sua funzionalità e non viceversa. Il design etico di Enzo Mari è in questo senso un punto di riferimento per me”.

Il ruolo dell’artigianato è centrale: “L’idea stessa del mobile da progettare prende corpo con il dialogo continuo con le maestranze, sfruttando appieno la loro professionalità, le proprietà dei materiali e le tecniche per lavorarli. Credo nel design come strumento per enfatizzare caratteristiche materiche, interattive e tecnologiche attraverso la forma” dice Mario. Artigianato e industria convivono in simbiosi nel millennial design, che mira a esaltare le potenzialità dell’uno e dell’altro attraverso progetti sostenibili dal punto di vista produttivo ed economico: “Il compito della nuova generazione di creativi è quello di saper interpretare le capacità manifatturiere delle piccole e nuove realtà che cercano di farsi spazio in un contesto difficile, spesso spietato. L’unico modo per farlo è trovare in ogni progetto l’equilibrio tra qualità, costo e bellezza senza farsi fagocitare dall’ego progettuale. Avere neanche trent’anni in Italia oggi e lavorare come designer nel 2018 vuol dire anche avere chiaro questo concetto e lavorare dimostrando di metterlo in pratica”.Diplomato in product design all’Istituto Europeo di Design di Roma nel 2011, ha collaborato con designer di fama internazionale come Jake Phipps a Londra. Insegna Design Method per lo IED all’Università di Sichuan, in Cina. Con una lunga esperienza alle spalle, nonostante i suoi 29 anni, Alessiani è l’esempio perfetto per capire come lavora e che cosa propone al mondo del design un creativo millennial, appartenente cioè a quella generazione di nati a partire dagli anni ottanta che stanno lentamente rivoluzionando i consumi legati alla casa, alla moda, al tempo libero.photos Marco Di Marcantonio