Arriva da Singapore un’estetica androgina, geometrica e minimalista, che si esprime in tagli sartoriali che esplorano l’avanguardia delle forme e un nuovo modo di accostarle al corpo umano. È quella di Max Tan, brand asiatico emergente che in poco tempo ha affermato una visione chiara e ben distinta con la capacità di riflettere sulle piccole cose e creare un’immagine minimale ma mai scontata. Lo studio e l’impegno nella sperimentazione si trova non solo nelle forme plasmate, che giocano con il volume e un cross-over tra maschile e femminile, ma anche nei dettagli, spesso intenzionalmente sproporzionati per rendere macroscopico ciò che dovrebbe a malapena notarsi. La collezione primavera estate 2015, Infinity, ragiona proprio su questi controsensi, introducendo il concetto astratto di possibile e impossibile (l’infinito appunto). Negli abiti si traduce con capi senza orlo, che quando finiscono si trasformano in un altro pezzo d’abbigliamento, unendo due idee in una sola, fondendo i materiali in movimenti fluidi, espressi con le linee curve, le stesse del simbolo dell’infinito.