Nel cuore del Brera Design District, alla Mediateca di S. Teresa in via Moscova 28, Marcel Wanders in collaborazione con il Milano Design Film Festival (MDFF)

presenta Mendini Tribute Cinema, un omaggio all’architetto e designer milanese Alessandro Mendini, scomparso a febbraio. Per la Milano Design Week 2019, il MDFF, la manifestazione nata a Milano che da sei anni porta sul grande schermo il mondo del progetto, ha reso possibile il tributo che Marcel Wanders ha voluto portare ad uno dei più grandi maestri del design internazionale e che si tiene nella nuova location che il designer olandese ha scelto.

Un programma continuo, da lunedì a domenica, che si articola in una serie di ventuno cortometraggi appositamente selezionati, proiettati mattina e pomeriggio, che valorizzano e approfondiscono la figura poliedrica del designer. In linea con il pensiero di Alessandro e Francesco Mendini: “I singoli progetti si presentano perciò come dei frammenti fissi in un sistema mobile, sono i materiali tangibili e parziali di un flusso astratto di idee. I progetti sono le componenti linguistiche di un puzzle in divenire e mai completo. Il senso va cercato nella progressiva ipotesi utopica di raggiungere una sintesi impossibile”.Documentari, video interviste e talk tra cui, ricordiamo martedì 9 aprile alle 20.30 l’apertura ufficiale, a cui saranno presenti Francesca Molteni, Fulvio Irace e Marcel Wanders, con la proiezione del film Volevo essere Walt Disney di Francesca Molteni (Italy 2016, 35’). Mercoledì 10 aprile alle 12 Franco Raggi racconta la sua amicizia e il suo rapporto professionale con Alessandro Mendini, con “Compagni di viaggio”. Sempre mercoledì, dalle 18.30, è in programma una Video Electronic performance di Mauro Sabbione dei Matia Bazar con testi di Alessandro Mendini, da Casa Mia a Cinismo Abitativo (1983-2019). A seguire, Paolo Cesaretti, che si è occupato della produzione, presenta il nuovo vinile Architettura Sussurrante di Alessandro Mendini con Industrie Discografiche Lacerba.

L’art director e designer olandese Marcel Wanders ha aperto il suo studio nel 1996 ad Amsterdam e nel 2001 ha co-fondato il marchio di design MOOOI. Sia nelle sue creazioni per i marchi più famosi, sia nelle realizzazioni di importanti hotel così come per MOOOI, Marcel Wanders trova sempre il modo di creare un universo umanistico romantico e non dogmatico, per supportare i designer e il loro lavoro, per portare avanti insieme e con forza una guerra contro il fondamentalismo del mondo del design. La sua lettera a Mendini, che considera Maestro, spiega bene il suo approccio, la riportiamo qui in fondo.

Dopo aver letto la lettera che Marcel Wanders ha scritto postuma a quello che considera il suo Maestro gli abbiamo fatto un paio di domande.

Thesignspeaking sostiene i giovani designer under 30 che entrano nel mondo del lavoro, cosa puoi suggerire loro, come puoi influenzare un giovane come ha fatto Mendini con te?

MW: “Consiglio onestà verso se stessi, gratitudine verso gli altri, curiosità interrogativa, umiltà, che nasce dal rispetto, apertura mentale a tutti, empatia non solo quando è facile, coraggio alla luce del fallimento, amore perché puoi, generosità (più di la gente si aspetta) ed essere amichevole con i più deboli intorno a te“.

The: Nelle tue creazioni così come in quelle di Mendini c’è una fantasia e una libertà che potremmo definire “femminili”?

M.W.: “Sì, c’è. Credo che la creatività fiorisca nella femminilità, quindi abbiamo bisogno di più donne designer, nel frattempo faccio del mio meglio“.Ecco la lettera scritta da Marcel Wanders a Alessandro Mendini:

Caro Maestro Mendini,

è sempre un piacere incontrarti.
Senza di te e i tuoi contemporanei, il design sarebbe ancora nel Medioevo: vorrei provare a spiegarmi.

Quando ho studiato design, all’inizio degli anni ‘80, ci veniva detto e insegnato che il design era una strategia, un processo deduttivo di logica e riduzione. Il design seguiva i dogmi dei primi inventori istituzionali. E in sostanza ci veniva insegnato come capire e seguire i principi sacri. Non si poteva discutere, non c’era possibilità di dialogo a proposito, nessuna interpretazione. Bauhaus, minimalismo, oggettività e razionalismo sovrastavano completamene ogni azione, ogni pensiero.

Poi improvvisamente dal nulla (l’Italia 😜) ecco una nuova ridicola interpretazione del design – magica, strana, pazza, magnifica, personale, fantastica e che ci apriva gli occhi. I nostri maestri non smettevano di metterci in guardia a proposito di questo design italiano degenerato, una perversione ridicola. Eppure ero sconvolto, meravigliato, ho scoperto che il design non era una strategia, non era un calcolo oggettivo. Era invece cultura, qualcosa di personale, emozionante e aperto al cambiamento!

Nel 1795, George Cuvier, ha studiato le ossa dei mammut e di altri animali al Museo Nazionale di Parigi. Ha scoperto, e poteva provarlo, il rivoluzionario concetto dell’estinzione degli animali. Usando la propria conoscenza dell’anatomia degli animali, è stato in grado di ricreare intere strutture corporee degli animali estinti L’estinzione era impossibile, secondo le autorità scientifiche e religiose. La logica delle autorità religiose diceva che Dio non poteva spazzar via le proprie creature, perché facendolo sarebbe andato contro il mantenimento delle connessioni tra tutte le forme di vita sulla Terra, dall’oceano alla terra e al cielo. Probabilmente questa è una delle scoperte umane più rivoluzionarie di sempre! Immagina un mondo che è costante, un mondo che è ancora il Giardino dell’Eden, un mondo che non è mai cambiato dal settimo giorno. Immagina che quel mondo costante improvvisamente diventi vivo e in evoluzione, in movimento, che era diverso cento anni fa e sarà diverso tra cento. Immaginiamoci un mondo in movimento e in cambiamento, dove tu hai il tuo momento unico in esso. Quel momento è adesso e non tornerà mai più. 

Così è come mi sono sentito dopo aver visto i lavori di Alchimia e Memphis. Sopraffatto. Non c’è costante, verità, dogma, certezza. Il design diventa improvvisamente personale, soggettivo, irrazionale, libero; era cultura, si muoveva ed io potevo assumermene la responsabilità. Io potevo cambiarlo… Può sembrare una semplice storia. Ma avevo solo vent’anni, senza zavorre culturali e razionali. Tutto quello di cui avevo bisogno era sapere che quello era il mio terreno e che avrei potuto muovermi in quello spazio.

La mia gratitudine è posta nell’essere. Capiterà sempre anche a te, come capita a me. La gente che viene da te e ti dice “sono un tuo grande fan”. E questo è meraviglioso. Eppure non è chiaro cosa significhi. Cosa ci sia dietro quelle parole. Be’, ho pensato di spiegarti cosa significherebbe se io te lo dicessi. Perché quando ti incontro, mi sento umile, perché incontro un grande uomo che ha avuto una forte influenza sulla mia vita.

Questo è quello che intendo quando ti dico che è un piacere e un onore incontrarti.

Grazie Maestro Mendini!

MENDINI TRIBUTE CINEMA

DA LUNEDÌ 8 A DOMENICA 14 APRILE

MEDIATECA DI S. TERESA

VIA DELLA MOSCOVA 28, MILANO

SALA CONFERENZE
FINO AD ESAURIMENTO POSTI

 

Per visionare e scaricare il programma completo delle proiezioni: https://www.milanodesignfilmfestival.com/mendini-tribute-cinema/