Cosa succede quando si fa del contrasto la propria principale caratteristica, quando si mixano i codici della tradizione più bon ton a quelli dello sportswear, quando il maschile ispira il femminile? O un disastro di stile oppure, come nel caso di Alessandro Dell’Acqua per N.21, la definizione di un canone estetico di assoluta eleganza. Un caso unico in termini di best selling, un successo repentino e inarrestabile, che guardando l’ultima sfilata Autunno-Inverno trova un’ulteriore semplice spiegazione, e soprattutto la spinta che serviva per lasciarsi alle spalle l’estetica essenziale, pulita e daywear e lanciarsi verso una creatività più spinta e scenografica. “Un romanticismo alla Alida Valli di Senso”: così Dell’Acqua ha descritto la sua donna, vestita di volumi ampi che cedono a una visione romantica, appunto, della femminilità, senza perdere quel sapore contemporaneo e fortemente urbano, DNA da sempre del marchio. Così il contrasto arriva, nei materiali come il popeline bianco delle camicie abbinato a tronchetti di pitone e felpe col cappuccio, in abiti da sera di garza trasparente che sembrano tagliati e riarrangiati per adattarsi alle ore diurne, e poi nel grande protagonista delle prime uscite: l’oro, quello però dei tessuti di un’arredamento tradizionale e decadente, come a introdurre il mood di “ristrutturazione” del resto della collezione: quello dell’estetica, che stanca di essere schiava di provocazioni ed esagerazioni, trova il modo di raccontare l’innovazione nella perfezione dei tagli e nell’assoluta eleganza delle proporzioni.