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Alla 3 PUNTS GALERIAdi Barcellona sono apparse diciotto opere di Shepard Fairey alias OBEY.

“Tested Performance”, 2014 screenprint on paper, 106×106 cm, ed. 20/50

Nato a Charleston, in Carolina del Sud, Shepard Fairey vive e lavora a Los Angeles, in California.

Si è laureato in Belle Arti alla Rhode Island School of Design nel 1992.

OBEY’S MANIFESTO: MANUFACTURING QUALITY DISSENT SINCE 1989

La campagna di OBEY fatta di sticker può essere spiegata come un esperimento di fenomenologia. Heidegger descrive la fenomenologia come “il processo di lasciare che le cose si manifestino”. La fenomenologia tenta di far vedere chiaramente alle persone qualcosa che è proprio davanti ai loro occhi ma che loro non vedono, cose che sono date per scontate tanto da essere silenziate dall’osservazione astratta. Il primo obiettivo della fenomenologia è quello di risvegliare un senso di meraviglia per il proprio ambiente. Lo sticker di OBEY cerca di stimolare la curiosità e di indurre le persone a mettere in discussione sia l’adesivo sia il loro rapporto con l’ambiente circostante.

Poiché le persone non sono abituate a riconoscere la pubblicità o la propaganda per le quali il prodotto o il motivo non sono evidenti, incontri frequenti e nuovi con l’adesivo hanno lo scopo di far pensare e provocare possibilmente frustrazione, rivitalizzando la percezione dello spettatore e l’attenzione ai dettagli.

L’adesivo non ha alcun significato ma esiste solo per indurre le persone a reagire, a contemplare e a cercare significato nell’adesivo. Poiché OBEY non ha alcun significato reale, le varie reazioni e interpretazioni di coloro che vedono in giro i suoi sticker riflettono la loro personalità e la natura della loro sensibilità. Molte persone che hanno familiarità con la sua opera trovano l’immagine stessa divertente, riconoscendola come priva di senso e sono in grado di ricavare un piacere visivo semplice senza appesantirsi con una spiegazione.

Quello che lui definisce VISUALIZZATORE PARANOIDE O CONSERVATIVO può tuttavia confondersi dalla presenza persistente degli adesivi e condannare l’artista per un culto clandestino con intenzioni sovversive. Molti sono stati staccati da persone che erano infastidite, considerandoli offensivi per gli occhi e un atto di vandalismo, il che è divertente considerando il numero di immagini e grafiche commerciali a cui tutti nella società, non solo quella americana, siamo sottoposti quotidianamente.

“ICON COLLAGE SET 3”, 2016, screenprint on paper, 97,5×76 cm, ed. 18/70

“SEDATION PILL”, 2013, Mixed Media and Collage on Paper HPM, 76x101cm., ed.5/10

“EARTH CRISIS”, 2014, screen print on paper, 61×46 cm, ed. 133/200


“BIG BROTHER IS WATCHING YOU”, 2006, screen print on paper, 61×46 cm, ed. 138/300

Se vi piace qualche opera non esitate a contattare la galleria, avrete una sorpresa!