Impavido, appassionato e determinato, il designer spagnolo Alfonso de la Fuente compie 20 anni di prolifica carriera nella quale ha sempre spinto il design oltre i limiti grazie a un mix di duro lavoro, umorismo, colore e ironia. Ha vissuto la Barcellona più cool in cui la gente aveva il coraggio di fare qualsiasi cosa apportando sempre il suo tocco personale. Da artista autodidatta, Alfonso ha portato una ventata di aria fresca nella scena della decorazione grazie alla sua mente traboccante di immaginazione.Quando arriva a Barcellona da Valladolid nel 1997, Alfonso si innamora della plastica e del suo riciclo, che diviene il tratto distintivo di quei primi anni: recuperare materiali dalla strada, principalmente bottiglie di plastica, e dare loro una nuova vita. Nello stesso anno crea la sua prima lampada e fonda d Pichiglas. Dal 2000, dopo aver avuto successo con oggetti decorativi e accessori, Alfonso ha rafforzato la sua dedizione all’interior design e ha iniziato a sviluppare progetti più completi come bar, ristoranti, negozi, locali e club. Alcuni di loro sono diventati un classico a Barcellona come il Fonfone e gli hanno portato notorietà a livello internazionale.

Anno dopo anno il suo lavoro è evoluto ed è diventato più elegante, sofisticato. Da un lato, Alfonso de la Fuente ha continuato a riciclare e a ripensare i processi, aggiungendo oggetti di uso quotidiano, andando oltre la loro funzionalità in modo che diventassero parte di una composizione divertente e densa di significato; dall’altro, ha iniziato ad affiancare ai materiali usuali come la plastica altri più nobili come legno, vetro e metalli.Il suo stile particolare è caratterizzato dalla combinazione di plastica, volumi, prospettive, dal trattamento della luce e dall’uso del colore. Attraverso il recupero di vecchi stampi o di pezzi di ricambio Alfonso gioca con i disegni geometrici per creare atmosfere ed ambienti eclettici. Il risultato sono lampade uniche con strutture simili a meduse, dagli effetti ottici molto speciali basati sulla ricorrenza di elementi traslucidi, principalmente bottiglie. Trasformare la plastica e dipingerla la trasforma e le fa perdere il suo vero significato. Nelle nuove creazioni, ad esempio, l’effetto ricercato è quello delle lampade barocche: la trasparenza della plastica, l’insieme delle bottiglie e la struttura delle lampade ricordano il cristallo e l’opulenza dei vecchi lampadari nei grandi saloni dei palazzi nobiliari.In un periodo in cui trionfa il minimalismo, Alfonso de la Fuente rivoluziona la decorazione degli interni con un unico denominatore comune, un’esplosione di creatività, idee e colori. È sorprendente la sua capacità di creare trame e oggetti partendo dal concetto del riuso; costruire concetti basati su una raffinata semplicità ed ottenere un risultato di potenza espressiva senza precedenti. “Oggi, dobbiamo dire qualcosa quando creiamo, sorprendiamo e sciocchiamo, senza però perdere mai la nostra essenza, ciò che ci definisce. Mi piace recuperare qualcosa di esistente, trasformarlo e raccontare la mia storia “afferma Alfonso.

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Questo genio del mix e della reinterpretazione è riuscito a guadagnare un meritato successo nel panorama artistico nazionale e internazionale grazie alla sua arguta creatività, alla sua capacità di ispirare, alla sua passione e sensibilità per il design, visibile in ogni opera. Lampade e progetti di illuminazione, mobili, rivestimenti, pavimenti, le sue creazioni non finiranno mai di stupire.Dopo progetti di interior design di successo come la catena di negozi di caramelle Happy Pills, gli ultimi lavori includono nel 2017 il bar Migas Terrace e il ristorante Migas Mercado nel quartiere alla moda di Guomao a Pechino (Cina), dove le sue lampade creano un’atmosfera sensuale e glamour, e il ristorante Rilke a Barcellona nel 2018, in cui ha creato, in una stanza segreta, una spettacolare installazione sul soffitto con centinaia di bottiglie di vetro.L’obiettivo futuro di Alfonso de la Fuente è quello di servire i Pichiglas “à la carte“: progetti site-specific, installazioni esclusive, vetrine e ovviamente lampade inaspettate e imprevedibili.