Raccontare gli archetipi visivi, i materiali e i mestieri che hanno plasmato Milano.Domenico Orefice ha ideato “Man de Milan”, le mani di Milano in dialetto milanese, una collezione di arredi – presentata nel 2018 al SaloneSatellite all’interno del Salone del Mobile – realizzati in collaborazione con artigiani di Milano e della Lombardia, che esplora i materiali, la storia e le icone che appartengono all’identità popolare della città. Citando, rivitalizzando e valorizzando questo immaginario collettivo, il progetto “Man de Milan” mira a riscoprire le lavorazioni locali, contaminandole con nuove tecnologie e nuovi materiali. L’intento è quello di trasfondere un’anima antica in oggetti contemporanei, in un omaggio ideale alle origini della città e alla sua sapienza artigianale e costruttiva, alla ricerca di un’identità di oggi. “Man de Milan” nasce all’interno della fornace Curti di Milano, un luogo storico del capoluogo lombardo, all’interno del quale rivivono la storia e le nobili tradizioni sforzesche della fornace della città. Oggi che la fornace Curti si è spostata nella periferia sud di Milano, i suoi spazi interni sono occupati da artigiani e artisti che, lavorando fianco a fianco con tornitori e scultori, creano un luogo unico e sospeso nel tempo.Dalla tradizionale lavorazione dell’argilla nella fornace nasce Curti, serie di piastrelle caratterizzate da un disegno modulare a rombo, da cui emerge la forma di una città, e Salvadané che riprende lo storico modello di salvadanaio.Dalla collaborazione con la falegnameria digitale D3 Wood, che utilizza legno a Km zero, cioè autoctono o di recupero, nascono la libreria Mulino, ispirata alle macchine progettate da Leonardo e il mobile Ringhiera ispirato all’edilizia popolare delle tipiche case milanesi con il cortile.Il tappeto Nebbia, nel cui pattern si visualizza il cambiamento di questo elemento atmosferico negli anni.Zafferano è un tavolino creato con resina e colorato con pistilli di zafferano. Laureato in Disegno Industriale al Politecnico di Milano nel 2006 con il massimo dei voti, Domenico Orefice, che già durante gli anni di studio inizia ad occuparsi di street art e comunicazione virale, dal 2005 collabora con vari studi tra cui Diego Grandi. Nel 2009 apre il suo studio e collabora come designer e art director in maniera continuativa con aziende e multinazionali nel campo del bagno, dell’arredo e del gioiello. Nel 2011 vince il primo premio Promosedia International, prestigioso nel campo dell’arredo, poi Young Blood Awards, conferito dal ministero delle politiche Giovanili e altri riconoscimenti. Nel 2012, il progetto di cestino “Fabriano” viene inserito nella mostra “Instant Design” alla Triennale di Milano.