Dalle tendenze riciclate alle scuole disilluse: perché il sistema sta andando verso il collasso. Parla Alessandro Turci. La New York Fashion Week (NYFW) si è tenuta dall’11 al 16 settembre 2025, con i principali eventi organizzati dal Council of Fashion Designers of America (CFDA). L’annuale appuntamento ha presentato brand americani e internazionali come Michael Kors, Alexander Wang, Altuzarra, COS e Toteme. Alcune collezioni sono state presentate al Rockefeller Center, mentre le sfilate principali si sono svolte in varie location, tra cui al The Historic West Edge. Michael Kors S/S 2026 Le uniche novità alle sfilate di NY sono i brand, per la stragrande maggioranza sconosciuti, alcuni dimenticati, altri irrilevanti. Le proposte sembrano un consuntivo di ciò che è andato di più nelle scorse stagioni, dal neo romantico al neo gotico con accenni sport e college Miu Miu. Non solo non esiste il nuovo ma nemmeno si capisce il senso delle presentazioni, tutte alla rincorsa per accaparrarsi un angolino seppur esiguo in un mercato già di per sé saturo, svogliato, viziato. Off White S/S 2026 Gli sforzi dei commentatori alle sfilate sarebbero da premiare, per la costanza e la caparbietà, che diventa persino ostinatezza (per sbarcare il lunario si scrive di tutto). Collina Strada S/S 2026 L’evidenza ormai conclamata dell’imminente crash è sotto gli occhi di tutti. La scuola non forma ma illude a possibilità diventate ormai chimere con i soliti termini ad effetto che compiacciono genitori petulanti che si svenano per pagare rette da capogiro: creatività, autenticità, identità. Se poi ci mettiamo pure Libertà, abbiamo fatto bingo! Un business vero quello delle scuole di moda, rivolto a chi sia appassionato di design, ci creda o non sappia che altro fare se non l’influencer. Siamo giunti al termine e direi che la perdita del Fashion King per eccellenza, Giorgio Armani, è un’uscita di scena all’altezza del personaggio. È morto il re, viva il re! Ma il re ormai è solo nudo. Eckhaus Latta S/S 2026 Non è di illusione che abbiamo bisogno ma di un orizzonte aperto, in cui fiducia e speranza possano generare nuovi scenari e darci la forza necessaria per proseguire. Avere fiducia significa costruire relazioni positive con gli altri nonostante il non-sapere, rendendo cioè possibile compiere delle azioni nonostante manchi il sapere. Il sapere di contro rende l’aver fiducia completamente irrilevante. Calvin Klein S/S2026 È possibile agire solo all’interno di un tessuto che abbia rimandi di senso, tenendo presente che più profonda è la frattura, più intensa sarà la speranza. Contrariamente a ciò che si confonde con l’ottimismo, la luce intensa della speranza si nutre paradossalmente dell’oscurità più profonda. Alessandro Turci speaking Altuzarra S/S 2026