In occasione della Design Week, Angela Ardisson presenta Nut, la sua ultima collezione di lampade e, data la curiosità, noi di thesignspeaking siamo andati nel suo studio atelier in Ticinese, a Milano, per farci raccontare di che si tratta.

Conosciamo ormai da anni la tua passione per la luce e anche questa volta ci farai conoscere una tua nuova interpretazione in tema di illuminazione… Parlaci del tuo progetto.

Tutto è nato l’autunno scorso. L’interior designer Michela Curetti mi aveva chiesto di creare una lampada per una casa con grandi affacci sull’esterno, in montagna ed io avevo realizzato per i clienti una scultura in tessuto metallico che consentisse col suo volume di contenere sufficiente espressione luminosa sul grande tavolo del soggiorno e che, al contempo, non facesse ombra nella stanza. Un compromesso tra volumi, materiali e sorgente di luce. Per illuminare ho utilizzato le sfere di led, che finalmente da qualche anno, sostituiscono felicemente le boulle ad incandescenza, (ndr quelle a tungsteno hanno da sempre rappresentato il cuore pulsantedelle sue sculture, affascinanti per la loro forma e per i loro filamenti a vista…). Ed è proprio in questo contesto che ho pensato a Nut. La mia intenzione è stata quella di trovare una soluzione trasparente in grado sagomare la lampadina ed impedire che il bagliore luminoso desse fastidio agli occhi. Nut è l’involucro che riveste la luce e protegge il nostro sguardo dal suo riflesso.

E questa è solo la parte più ‘perforante’ del progetto di Angela Ardisson. Raccontaci come si sviluppa la collezione?

La noce ha ispirato il progetto, sia nell’aspetto illuminotecnico sia per la forma. Ci sono un contenuto ed un contenitore, un’ellisse che abbraccia una circonferenza. Sinuosità femminili e minimalismo formale, poiché il materiale è uno, l’ottone, così come una è la forma. La collezione comprende i modelli a sospensione, da terra, da tavolo e a parete. Nell’allestimento saranno presenti anche alcune maxi sculture luminose in bronzo e alcuni pezzi della collezione EARTHLANDS presentata lo scorso anno. Partner dell’esposizione è Altai, ovvero Raffaele Carrieri. 

Si, sono molto felice di averlo al mio fianco con i suoi preziosi tappeti. Raffaele ha un gusto raffinatissimo e negli anni ha mantenuto la passione per il suo lavoro, per la ricerca e l’innato piacere di tramandare racconti antichi. Storie che legano trame.

Gli esemplari dei primi ‘900 scelti per l’allestimento di ARTPLAYFACTORY venivano prodotti dai nomadi che vivevano sui vasti altipiani dell’Anatolia centro-orientale per assolvere alle necessità quotidiane. Usati come stuoie a terra o come isolamento termico a parete all’interno delle tende, erano tessuti con i colori naturali della lana di capra. “Il termine turcofono Kara significa nero, come le lane utilizzate, e grazie alla grande resistenza del materiale i tappeti venivano anche usati per l’essiccazione delle albicocche, unica fonte di vitamine durante i rigidi inverni. La presenza di piccoli ricami o di fili di diverso colore sono segni di protezione totemica” spiega Carrieri. E’ stata proprio questa “utilità” a preservare intatti, nel corso dei millenni, i caratteri originari di essenzialità del disegno e raffinatezza del filato rudimentale. Tratti che ritroviamo anche nelle poetiche creazioni di Angela Ardisson.

Angela Ardisson, biografia

Angela Ardisson nasce in Toscana nel 1966. Inizia il suo percorso creativo sin dall’età di 20 anni e lavora come grafico, art director e art designer. Nel 2000 apre Artplayfactory Design Studio dove continua la sperimentazione di materiali e tecniche lavorative diverse tra loro, mescolando abilità artigianali apprese nel tempo dapprima come autodidatta, successivamente divenute know how imprescindibile del suo personale concept lavorativo e che contraddistingue le sue opere ovunque nel mondo. Tra le sue realizzazioni: Baxter (lampada Lais), Peck Italian Bar Milano (installazioni luce), Alberto Guardiani (illuminazione showroom e store in tutto il mondo), Grevi (stores), Ingeo Nature Works Earth Month NY (progetto e art direction), Dyson (art direction), Henry Beguelin Milano (store e showroom), Swarovski (installazione), Straf Hotel Milano (co-art direction), Maurizio Pecoraro (showroom), Miu Miu e Prada (installazioni vetrine Milano), Malo NY (installazioni vetrine).

photo credits: ©Thomas Pagani

4-9 aprile, 10am – 7pm

cocktail venedì 7 dalle ore 7pm

Wena’s live show

viale San Michele del Carso 10

Milano