Daisuke Kitagawa è un giovane designer giapponese fondatore dello studio Design for Industry con sede a Tokyo. Novità, bellezza, funzionalità e una minuziosa attenzione ai dettagli sono le basi su cui si fonda la creazione di ogni suo oggetto.

Selezionato come uno dei “15 nuovi designer più emozionanti del Salone2016” dal New York Times, ha ricevuto, tra gli altri, l’iF Design Award, il Red Dot Design Award e il Design Intelligence Award. In occasione del Salone Satellite 2017 ha presentato un total concept basato sul tema del “paesaggio”: la traduzione in oggetti di ricordi e sensazioni evocate da paesaggi urbani e scenari comuni derivanti dal viaggio. Per “Scenery” Daisuke Kitagawa ha disegnato diversi nuovi elementi basati sul desiderio di portare gioia e funzionalità nella vita quotidiana.

Floe – coffee table

Floe nasce dal desiderio di progettare un tavolino ampio, leggero, facile da usare e adattabile. Costruito su una base in acciaio inox riflettente, Floe dispone di un appoggio che può essere riorganizzato con l’utilizzo di due lastre di vetro colorato. Pur mantenendo la tradizionale superficie superiore, il layout può essere liberamente adattato, a seconda delle esigenze, per avere diversi livelli e disporre dello spazio sotto il piano superiore. Come il ghiaccio che galleggia nell’oceano, la combinazione di vetro colorato e base specchiante, che riflette lo spazio, crea una sensazione di leggerezza ricca di espressività.

Lattice – cabinet

Il mobile funzionale Lattice è caratterizzato dall’utilizzo del Shojis, elemento tipico dell’architettura tradizionale giapponese, composto da porte scorrevoli traslucide costruite su un telaio in lamine di legno sottili montate su una griglia rettangolare a cui è incollata la carta giapponese. Qui la carta è stata sostituita dal tessuto ottenendo così un design nitido e aggraziato che si abbina facilmente ad ogni arredo. Gli scaffali sono regolabili, in modo da poterli disporre in base a ciò che si vuole riporre all’interno.

Street – luce

Dotata di una grande, sottile, porzione di illuminazione rotonda della stessa ampiezza della base, Street permette, grazie a una cerniera sul montante, di modificare l’angolo della luce. Potendo passare dall’essere una singola linea ad un grande cerchio e permettendo altresì di disporre di luce diretta o indiretta, a seconda delle circostanze, cambiando l’impressione visiva.

Lighthouse – portacandele

Progettato sull’idea del faro che si erge su un promontorio, il portacandele Lighthouse, in fine porcellana non smaltata resistente al fuoco e al calore – è un oggetto simbolico, intimo e affascinante. Emette una luce che illumina dolcemente il tavolo e ricorda una scena onirica. Le pareti sottili e traslucide consentono l’irradiazione del calore e della luce della candela, mentre le dimensioni fanno sì che possa essere tenuto in mano senza avvertire il calore quando la candela è accesa.

Struct – sedia

Ogni dettaglio è stato progettato per offrire una seduta confortevole e funzionale. Struct è realizzata in legno e solido metallo che insieme raggiungono un gradevole contrasto. Impilabile, risulta ideale e funzionale per l’uso negli spazi pubblici.

Ridge – vaso porta fiori

Disegnato con l’idea di creare un vaso in cui i fiori potessero essere disposti in fila, come se fossero piantati in un prato, il vaso Ridge crea una sorta di spazio scultoreo che appare naturale e completamente nuovo. La scelta del marmo per la sua realizzazione genera un contrasto capace di mettere in risalto i fiori e conferire un senso di stabilità nonostante la sottile forma allungata che lo contraddistingue.

Trio – appendiabiti

Leggerezza e la stabilità sono le componenti essenziali dell’appendiabiti Trio composto da tre gambe e un unico anello di supporto. La silhouette unica che scaturisce dal sostegno reciproco di questi semplici elementi dà origine ad una elegante espressività. L’utilizzo del rattan per l’anello che supporta le gambe evoca la morbidezza di un materiale naturale e organico e serve anche come spazio per riporre borse, scarpe o altri accessori.