C’è stato un momento in cui sembrava essere caduto in disuso, ma il design ha nuovamente riscoperto un oggetto che appartiene alla tradizione delle nostre case da tempo immemore. Sto parlando dell’orologio da parete: un accessorio utile con cui i creativi si divertono a sperimentare. Ci sono quelli che fanno parte della nostra storia, come il Firenze, disegnato dai Fratelli Castiglioni per Alessi nel 1965. Recentemente ne sono state proposte due nuove varianti colore, attingendo al linguaggio cromatico dei due autori che l’hanno pensato come tradizionale, per la numerazione romana, ma assolutamente essenziale ed estremamente leggibile. Super lineare anche l’idea degli architetti di Norm, che pensano però a tenui colori scanidinavi per un orologio che sembra “immergersi” nel piano d’appoggio. Rievocando forse la piacevole sensazione che a scuola legava il suono della campanella al passare di ogni ora, Alessandro Zambelli ha immaginato un quadrante tondo e minimale in MDF, in cui però la lancetta dei minuti ha al suo estremo un martelletto: allo scoccare delle ore dà un colpetto alla piccola campana posta sul mezzogiorno, facendola suonare. Altre proposte, all’apparenza più tradizionali, stupiscono invece con il materiale: Memento di Seletti è in cemento, anche se appare leggerissimo grazie alla lavorazione effetto legno. Misurando il tempo con ironia, Sabrina Fossi gioca con la classica forma tonda evidenziando solo il 2 e il 5, immaginando (sarebbe utile!) una giornata fatta di 25 ore. Interpreta l’orologio in maniera inaspettata anche Scandola Marmi, la cui City Collection è un viaggio attraverso le tradizionali case italiane, austriache, marocchine e arabe. Destinazioni esotiche, come l’India, che ispira invece Progetti: Hindia vuole riferirsi ai dettagli e al fascino delle tradizionali lanterne, proponendone una versione contemporanea che diventa orologio, da appoggiare o, perché no, da appendere anch’esso al soffitto.