Per creare una concreta idea di “casa”, ma anche per rendere confortevole e personalizzato un qualsiasi ambiente, è chiaro come la luce svolga un ruolo da protagonista indiscusso e le nuove proposte del design delineano un panorama eterogeneo nel quale però si riescono a individuare delle strade comuni. Ad accomunare ogni progetto sicuramente c’è la componente tecnologica, che spesso viene interpretata da un design ultra essenziale volto a valorizzarla il più possibile: l’unico tubolare che compone Lum di Thonet ad esempio ha una lampada LED che si accende tramite un sensore di movimento, abbinando la funzionalità più assoluta al risparmio energetico. È adatta alla casa ma anche all’ambiente lavorativo, come Force One, di Nimbus, snella ma con una testa piatta e ampia che alloggia i LED, per illuminare efficacemente tutta la postazione di lavoro. Essenzialità e funzionalità si fondono anche in interpretazioni innovative, come in Anytime di Alex Shultz, che crea un ibrido tra una lampada da terra e un guardaroba: dotato di un corpo luminoso, il rivestimento di pelle perforata che ricopre l’armadio è in grado di emettere luce nell’ambiente. Riflessioni più concettuali fanno sì che la lampada si possa trasformare in progetti al limite con l’arte: Afillia, di Alessandro Zambelli, si sveste del superfluo per rivelare l’essenza, grazie a una geometria di vuoti/pieni che si rifà alla botanica per creare una texture interessante da toccare. L’inconsistenza della luce è invece ciò che ispira le lampade Bolle di Giopato&Coombes, che la cristallizzano in leggerissimo vetro soffiato, mentre con Flauti, il team si spinge verso un’interpretazione più articolata volta a valorizzare l’equilibrio tra la tradizione della lavorazione del vetro e l’innovazione estetica e tecnologica. Come in ogni altro settore è poi interessante osservare come la sostenibilità e la ricerca di materiali alternativi siano componenti fondamentali nella creazione di nuovi progetti, che in light design si traduce in prodotti come Bi-color, dello studio giapponese Nendo in collaborazione con Taniguchi Aoya Washi, che sfrutta le infinite lavorazioni possibili nel costruire una lampada con la tradizionale carta giapponese, per un effetto luminoso inaspettato. Con la termoplastica biodegradabile invece Martin Zampach sfrutta la tecnica della stampa 3D per disegnare i paralumi Ribone adattabili a qualunque bulbo, con una produzione veloce e super sostenibile.