È il forum globale per la riflessione sul design e sulle strade che la progettazione contemporanea percorre, radunando i più influenti collezionisti, galleristi, designer, curatori e critici di tutto il mondo attraverso l’esposizione dei prodotti che meglio raccontano le tendenze del momento. Lo scopo di Design Miami/Basel, oltre al risvolto commerciale, è quello di celebrare la cultura del design. Si è appena conclusa l’edizione 2014, che ha evidenziato come ben precise siano le direzioni verso le quali il design si orienta, fornendo una panoramica convincente su quali siano i temi che vale la pena affrontare. Sicuramente rilevante la particolare scelta di antichi materiali per la creazione di oggetti vitali, espressione dell’innovazione più assoluta, come mostrato dall’esposizione di Studio Formafantasma, con De Natura Fossilium, componenti creati con la lava del vulcano Etna (leggi anche qui), o dalle opere della designer Rebecca Horn, presentate dalla Galleria Elisabetta Cipriani, realizzate da fossili marini. Il mondo naturale è dunque sempre più vicino alla progettazione degli oggetti: le strutture di Rowan Mersh alla Galleria FUMI sembrano arrotolarsi su se stesse e ondeggiare come anemoni sommerse. Novità di questa edizione è la piattaforma espositiva Design At Large, per la presentazione di istallazioni monumentali, come la Thread Wrapping Architecture di Anton Alvarez, presentata da Gallery Libby Sellers, o la Drawing Machine di Eske Rex presentata da Galerie Maria Wettergren. In un’ottica di influenza reciproca ed interdisciplinarietà, è chiaro anche come ormai la creatività abbia un raggio d’azione vastissimo, abbracciando nel design i dettami e i canoni estetici della scultura, che da esso prende invece funzionalità e facilità: lo vediamo bene nel lavoro di Yonel Lebovici esposto dalla Galerie Chastel-Maréchal. Ma una componente che non può mancare nel design di ogni epoca è la capacità di raccontare una storia. Lo “story-telling” è sempre più fondamentale nel valore di un prodotto. Raccontano così la loro straordinaria provenienza oggetti cult del ventesimo secolo, come la Lounge Chair di Gustave Axel Berg, del 1940, e le librerie degli anni cinquanta di Charlotte Perriand.