Quattro anni fa Asher Dunn ha dato sfogo alla sua passione per la lavorazione del legno fondando Keeseh Woodshop, un workshop con il quale insegnare a mantenere in vita l’artigianato di questo settore. Su queste basi è nato Dunn, uno studio americano di design e illuminazione in cui la mano di chi disegna è sempre guidata dalle influenze naturali ed estetiche che hanno caratterizzato il modernismo di metà ventesimo secolo. Chiari riferimenti che guardano al passato con nostalgia, ma solo per la qualità di una produzione attenta e meticolosa e l’uso dei legni più pregiati, per la costruzione di pezzi senza tempo dal reale valore intrinseco, oltre che emozionale. Del Michigan, stato di origine di Dunn, i mobili hanno preso quel forte accento American-made, incentrato sulla purezza di materiali solidi e onesti, che stimolano il senso del tatto e che si prestano alle antiche tecniche di manifattura. Legno sì, ma anche il ferro battuto delle lampade: sono frutto del lavoro di chi ci tiene all’apporto manuale e personale su ogni progetto. Una produzione seguita dall’inizio alla fine per evitare gli sprechi e riutilizzare più materiale possibile, realizzata solo con legname locale. Ma questo giovane designer, formatosi in Rhode Island, è affezionato a quello che gli americani definiscono “the Ocean State”, lasciando che siano proprio le onde dell’oceano a ispirarlo: il legno di noce o di quercia dà vita ad arredi la cui forma richiama l’organicità delle forme naturali, come il tavolino Kujira, “balena” in giapponese, che mixa il movimento della balena con le linee smussate e lievi delle rocce marine e dei vetri riportati dal mare. Vita sottomarina anche alla base di Sorenthia: una lampada che trae le sue origini dalle alghe, e da come la luce penetri sotto il mare e in mezzo alla vegetazione marina, disegnando linee sottili e precisissime. Idea ripercorsa in Jellyfish, che con un globo di vetro dalle curve gentili richiama la liquidità e l’eleganza della propulsione della medusa nell’acqua.