Apre la mostra Fata Morgana: memorie dall’invisibile, ideata e prodotta dalla Fondazione Nicola Trussardi per Palazzo Morando | Costume Moda Immagine, dove sarà visitabile gratuitamente fino al 30 novembre 2025 Se vi siete sempre domandati dove si trovano le cose belle a Milano, dovete sbirciare tra le sue pieghe, come tra le pagine di un libro. Nel Quadrilatero della moda, in Via Sant’Andrea al numero 6, c’è un luogo speciale che non potete mancare di visitare. Si tratta di Palazzo Morando, un raffinato edificio barocco, oggi sede museale dedicata alla memoria storica e al costume della città di Milano. Palazzo Morando fu dimora della contessa Lydia Caprara Morando Attendolo Bolognini (1876–1945), figura di spicco della società milanese a cavallo tra Ottocento e Novecento. Donna di cultura e mecenate, la Contessa costruì una straordinaria biblioteca dedicata a discipline allora considerate eccentriche e marginali: alchimia, teosofia, spiritismo, esoterismo e occultismo, raccolta oggi custodita presso l’Archivio Storico Civico e Biblioteca Trivulziana. Grande filantropa e benefattrice, ma anche collezionista appassionata di testi “proscritti”, ottenne persino dalla curia milanese una dispensa per continuare i suoi studi in ambiti considerati eterodossi. Il suo salotto milanese era luogo di incontro di artisti, intellettuali e sperimentatori attratti dalle nuove frontiere del pensiero occulto. È dalla storia di questa donna forse oggi un po’ eccentrica, ma pienamente allineata alle tendenze del suo tempo, che prende vita la mostra ideata e prodotta dalla Fondazione Nicola Trussardi per Palazzo Morando Fata Morgana: memorie dall’invisibile a cura di Massimiliano Gioni, Daniel Birnbaum e Marta Papini. L’impianto è pensato dalla Fondazione Nicola Trussardi appositamente per gli spazi di Palazzo Morando e prende forma proprio dal dialogo con il palazzo e con la sua storia e la sua collezione, animando così uno scambio tra l’eredità della Contessa e le ricerche artistiche che, dall’Ottocento ad oggi, hanno sondato il mistero dell’invisibile. Il titolo del progetto evoca la figura mitologica di Fata Morgana, personaggio leggendario del ciclo arturiano, custode di segreti e illusioni, spesso associata a luoghi misteriosi come l’isola di Avalon, terra di passaggio tra il mondo dei vivi e quello dei morti. Nell’immaginario collettivo è una maga potente–ora benevola, ora spietata–capace di incantesimi, sortilegi e inganni, ma anche, nelle interpretazioni più recenti, una donna libera, indipendente e anticonformista, che vive senza piegarsi alle regole imposte dalla società. La mostra trae ispirazione dal poema Fata Morgana, che André Breton compose nello stesso 1940, durante il suo esilio a Marsiglia, in fuga dall’avanzata nazista. In quelle pagine visionarie, tra apparizioni improvvise e oracoli enigmatici, Breton evocava un altrove in cui visibile e invisibile si confondono, dove sogno e realtà si intrecciano fino a dissolvere i loro confini. Attraverso più di duecento opere (286) tra dipinti, fotografie, film, documenti, disegni, sculture e oggetti rituali, la rassegna compone una costellazione di settantotto figure–medium, mistiche, visionarie, artiste e artisti contemporanei–che hanno tentato di aprire varchi tra il mondo terreno e dimensioni invisibili. L’esposizione indaga le contaminazioni tra arti visive e misticismo, fenomeni paranormali, spiritismo, esoterismo, teosofia e pratiche simboliche, mostrando come ricerche considerate eccentriche o marginali abbiano avuto la forza di scardinare convenzioni consolidate, ridefinendo il ruolo dell’arte nella società. Ne emerge un vero e proprio atlante dell’invisibile, popolato da estasi, apparizioni e visioni medianiche, che restituisce la potenza immaginativa di esperienze capaci di ridefinire i confini stessi dell’arte. Lontana dal voler dimostrare la veridicità del soprannaturale, Fata Morgana racconta invece come, tra Ottocento e contemporaneità, queste pratiche abbiano rispecchiato ansie e desideri collettivi, interrogando i rapporti tra conoscenza e mistero, fede e scienza, memoria e immaginazione. Chiara_Fumai, The Book of Evil Spirits Al centro del percorso è presentato un corpus raro e prezioso– esposto per la prima volta in Italia-di sedici tele di Hilma af Klint(1862–1944), pittrice svedese che, guidata da esperienze medianiche e sedute spiritiche, intraprese a partire dal 1906 un cammino radicalmente innovativo, dando forma a un linguaggio artistico astratto e simbolico del tutto originale, sviluppato ben prima degli esperimenti di Wassily Kandinsky e Piet Mondrian, tradizionalmente riconosciuti come pionieri dell’astrazione. Le opere di af Klint, rimaste celate per decenni secondo la volontà dell’artista stessa, rappresentano oggi uno dei capitoli più enigmatici e rivoluzionari della storia dell’arte moderna: testimonianze di un’arte concepita come trascrizione visiva di messaggi ultraterreni, di forze invisibili e immateriali che trovano nella pittura un canale privilegiato. In esse si intrecciano geometrie cosmiche e motivi organici, visioni astrali e simbologie spirituali, dando vita a una cosmologia pittorica che anticipa le grandi rivoluzioni dell’arte del Novecento e che soltanto negli ultimi anni ha trovato pieno riconoscimento internazionale. Fata Morgana: memorie dall’invisibile non si propone di confermare l’esistenza del soprannaturale, ma di raccontare come, in diversi momenti storici, pratiche considerate eccentriche abbiano saputo scardinare convenzioni artistiche e sociali, mettendo in discussione gerarchie di genere, autorità scientifiche e limiti del pensiero razionale. In un’epoca segnata da nuove forme di ossessione e nevrosi, da disinformazione e fascinazione per il mistero, la mostra riflette anche sulle relazioni pericolose tra tecnologia, spiritualità e potere. Attraverso una rete di narrazioni visive–dai diagrammi di “macchine influenzanti” concepite in contesti psichiatrici ottocenteschi, alle fotografie spiritiche, fino alle testimonianze di sedute medianiche–Fata Morgana compone un atlante dell’invisibile: un mosaico di mondi interiori, utopie, derive mentali e alternative radicali alla razionalità dominante. Con una selezione di settantotto figure tra intellettuali, artiste e artisti storici e contemporanei, la Fondazione Nicola Trussardi, attraverso Fata Morgana: memorie dall’invisibile, invita a ripensare il ruolo del marginale, dell’inspiegabile e del visionario nella creazione artistica. Affidato a un team curatoriale di grande esperienza internazionale–che per la prima volta in Italia riunisce due ex Direttori della Biennale di Venezia–il progetto trasforma Palazzo Morando in un portale verso dimensioni altre, sospese tra passato e presente, tra immaginazione e realtà. La mostra è accompagnata da un libro a cura di Massimiliano Gioni, Daniel Birnbaum e Marta Papini, pubblicato in edizione bilingue italiano e inglese da Electa (collana Pesci Rossi). Più che un catalogo in senso stretto, si tratta di un addendum di 248 pagine che attraversa le storie della mostra raccontando le biografie delle artiste e degli artisti rappresentati insieme a 87 immagini a colori che illustrano le opere in mostra, affiancate da testi monografici e approfondimenti dedicati alle artiste e agli artisti presenti. Il libro, con prefazione di Beatrice Trussardi, raccoglie un testo dei tre curatori Massimiliano Gioni, Daniel Birnbaum e Marta Papini , i saggi di Jennifer Higgie, scrittrice e critica che ha molto lavorato sulle donne nella storia dell’arte, Vivienne Roberts, esperta d’arte medianica e Julia Voss, storica dell’arte e biografa di Hilma af Klint. L’edizione è inoltre arricchita dalla traduzione del poema Fata Morgana di André Breton che intreccia storia, arte e misticismo. Fata Morgana: memorie dall’invisibile a cura di Massimiliano Gioni, Daniel Birnbaum e Marta Papini. Una mostra ideata e prodotta dalla Fondazione Nicola Trussardi per Palazzo Morando |Costume Moda Immagine Palazzo Morando via Sant’Andrea 6, 20121 Milano 9 ottobre–30 novembre 2025 INGRESSO GRATUITO da martedì a domenica, chiuso il lunedì orari: 10.00-19.00