Il 20 settembre 2023 ha aperto i battenti “Domestic Paradise”, la nuova mostra di Xavi Muñoz alla Galleria Guntrian di Barcellona

[…] conoscere i brillantini su una checca non significa abbagliare, ma scardinare le fondamenta di questa cultura assassina. Erbacce ribelli che spaccano il cemento, pensi che Oscar Wilde fosse divertente? Beh, Darling, credo che fosse impegnato a distrarre gli etero.

Brillantini nella mia ferita, CAConrad

Il 20 settembre 2023 ha aperto i battenti “Domestic Paradise”, la nuova mostra di Xavi Muñoz alla Guntrian Gallery di Barcellona. La mostra – accompagnata da un testo di Mariella Franzoni – comprende una selezione di opere delle serie “Dream Hunter” (2008-2011) e “Sleepwalker” (2011), con lavori su carta e su tela in cui i bagliori rossi disegnano narrazioni poetiche, intime ed erotiche. Fino al 14 ottobre sarà possibile vedere anche una selezione di sculture in vetro della serie “Totems”, realizzate tra il 2022 e il 2023.

L’artista catalano, nato nel 1975 a Barcellona, ama indagare il coinvolgimento emotivo del pubblico. Le sue opere d’arte si evolvono intorno alla condizione umana. Gioca con la relazione simbolica spazio-oggetto o con il linguaggio della materia e utilizza elementi ricorrenti per trasmettere con forza il suo messaggio.

Glitter in My Wound.

by Mariella Franzoni

Migliaia di piccole particelle, a volte minuscole, dalle forme irregolari e dalle superfici riflettenti. Creati dalla frammentazione di lastre di vetro, plastica o metallo di diversi colori, i glitter rispondono alla carezza della luce con una brillantezza che ammalia l’occhio, oltre ad altri sensi. Più piccole sono le particelle, maggiore è la loro capacità di disperdersi nell’aria e sulle superfici, e più affascinante è la loro capacità di insinuarsi nelle curve e nelle fessure dei corpi. Lì rimangono nascoste, finché non si rivelano nuovamente, risvegliando fantasie e immaginari. Una compagna di nome Marta Chavez una volta ha lodato coloro che cercano tracce di glitter su un corpo che è passato attraverso la festa. Si riferisce ai brillantini che abitano le notti splendenti dell’utopia queer. Mi piace pensare che queste notti, con il loro respiro intriso di glamour, desiderio e malinconia, abbiano soffiato queste molecole di luce nel mondo e nei suoi esseri più sensibili. Le ritroviamo, come suggerisce un altro poeta, anche in certe ferite del corpo e dell’anima.

ph. Red Shoes by Xavi Muñoz

La poesia “Glitter in My Wound” di CAConrad, autore e attivista queer noto per i suoi “Rituali di poesia (soma)tica”, non era tra i riferimenti letterari di Xavi Muñoz quando ha iniziato a tessere una nuova narrazione visiva nel 2008. Tuttavia, l’artista ha inaugurato questa nuova narrazione intima e poetica caratterizzata dall’uso di glitter rossi nei suoi disegni, con l’immagine di una ferita sul corpo da cui i glitter colano come se fossero sangue.

Ritroviamo questa immagine in un ritratto fotografico di Muñoz del 2008 scattato dal duo catalano Paco e Manolo: seduto sul bordo del letto, nella penombra della sera, in una postura tesa, curva e contemplativa, Muñoz è raffigurato con una scritta di brillantini rossi sul petto che recita “Hurt”. Contemporaneamente, Muñoz ci racconta di aver iniziato la serie “Dream Hunter” con un’opera intitolata “Hurt”: un disegno in bianco e nero in cui una figura umana con una testa di lupo ci guarda languidamente, rivelando una ferita sanguinante e trasudante di brillantini.

Se nelle storie popolari o per bambini il lupo incarna sempre una figura ambigua e maligna, nell’immaginario di “Hurt” il soggetto si traveste da lupo per cercare una via di guarigione: “A volte, nascondere il proprio volto è l’unico modo per esprimere certe emozioni interiori”, come suggerisce Alex Ibrahim in un testo di commento al lavoro di Muñoz dell’epoca.

Come risplenderebbe oggi tutto questo luccichio accuratamente attaccato su carta, tela e superfici varie se lucidassimo queste opere, rimuovendo la polvere che si è depositata su di esse nel corso del tempo? Questa ferita è ancora intrisa di dolore o i brillantini stessi hanno guarito quel taglio sulla pelle e nello spirito?

Dopo quindici anni da “Hurt”, la mostra di Xavi Muñoz “Domestic Paradise” alla Galleria Guntrian di Barcellona rivisita una selezione di opere della serie “Dream Hunter” (2008-2011) e “Sleepwalker” (2011) per reinterpretare le loro narrazioni fittizie, sia poetiche che erotiche, attraverso la lente del presente.

Al centro della serie “Dream Hunter” c’è una serie di opere su carta che combinano linee incerte e sfocate tracciate con la tecnica della carta carbone con momenti di glitter rosso che accentuano gli elementi presenti nei disegni: farfalle che sussurrano parole, iscrizioni lapidarie, fitte marmellate, bocche accattivanti, arterie che avvolgono organi vitali o rami vegetali che si intrecciano nei letti dei dormienti e dei loro sogni. La combinazione di testo e immagine, che mescola riferimenti letterari con elementi dell’ambiente domestico e quotidiano, crea narrazioni al tempo stesso strane e familiari, che sembrano emergere, come ombre archetipiche, dai recessi più profondi dei nostri sogni.

Nostalgia e tenerezza, fragilità e dolcezza, si intrecciano con un senso di inquietudine e suspense. Il tempo agognato in questi brani è quello della sensualità adolescenziale, che risveglia un nuovo desiderio, una potente brama fino ad allora estranea allo spirito dell’infanzia. Il paradiso domestico di Muñoz è l’universo intimo di questo desiderio, quello che l’artista chiama “dreamland” in alcuni dei suoi titoli: un luogo di immaginazione, la dimora dell’onirico e del fantasmatico.

ph. Butterfly Twins by Xavi Muñoz

Dalla serie “Sleepwalker”, Muñoz ci presenta opere la cui narrazione visiva, composta da linee e aree di colore piatto in blu o bianco, intrecciate con glitter rossi o neri, si espande sulle tele. Tre dipinti – “La porta”, “Preludio” e “Scarpe rosse” – dialogano enigmaticamente tra loro, come se risolvessero un rebus o decifrassero una formula magica: una porta la cui lucentezza scura contrasta con uno sfondo blu piatto; il gesto sensuale di un ragazzo che si spoglia su uno sfondo galattico di glitter nero; scarpe rosse lucide ai piedi di un corpo fluttuante e sospeso, forse intrappolato in un sogno. Un quarto dipinto, un grande dittico intitolato “Nidi”, mostra una sagoma nera lucida su uno sfondo blu, che suggerisce una fitta rete di rami con piccoli nidi di uccelli.

ph. Red Bed by Xavi Muñoz

Infine, all’interno dell’insieme di opere di “Domestic Paradise”, troviamo l’opera “InSomnia”, anch’essa realizzata nel 2011: una scultura che intende collocarci sul labile confine tra sogno e veglia, tra mondo onirico e realtà. In quest’opera riconosciamo la forma di un cuscino segnato dall’impronta astratta lasciata dal peso della testa dopo una notte di riposo (o di incubi). Scolpito nel marmo, questo pezzo si presenta come una metafora del contraddittorio e dell’assurdo, confondendo i nostri sensi. Quando tocchiamo la durezza della pietra in contrasto con la delicatezza delle superfici, il senso di leggerezza, serenità e fascino che abbiamo provato inizialmente svanisce. Non siamo più di fronte a un luogo di riposo, ma piuttosto a un emblema dell’incapacità di trovare il sonno. La sottile ironia che permea le opere di “Domestic Paradise” si accentua in questo pezzo, mettendoci di fronte a un paradosso e a un inganno.

Così, come Dorothy nel “Mago di Oz”, Xavi Muñoz indossa brevemente le sue scarpe rosse scintillanti per viaggiare simbolicamente a ritroso nella memoria. Tocca le scarpe tre volte per far risorgere il loro potere magico. “Non c’è posto come casa”, diceva la ragazza alla fine del film. Forse questa verità è anche ciò che l’artista catalano sta cercando di trasmettere a noi.

BIOGRAFIA

Tra le sue mostre personali ricordiamo “GEOSMINA”, Galeria L&B, Barcellona (2022); “DREAMS”. Essenheimer Kunstverein, Mainz, Germania, a cura di Cecilia Lobel (2021); “NOCTURNS”, Museu de Porreres, Mallorca (2020); “HEAVEN”, L&B Gallery, Barcellona (2019); “BUTTERFLIES DREAM”, Galeria N2, Barcellona, (2011) “IN SOMNIS”, Galeria Raquel Ponce, Madrid (2011); “CAPTURA LIBRE”, La Casa Encendida, Madrid, a cura di Alex Brahim (2009); “PARADISE”, Centro de Arte Cal Massó, Reus, Tarragona, a cura di Cecilia Lobel (2009); “SLEEPWALKER”, Galeria Raquel Ponce, Madrid (2009); “DREAM HUNTER”, Addaya Centre d’Art Contemporani, Alaró, Mallorca, a cura di Alex Brahim (2008); “LA LÓGICA DEL DESEO”, Sala Mauro Muriedas, Torrelavega, Cantabria, a cura di Juanjo Fuentes (2007) e “QUESTO HO DESIDERATO SCRIVERLO A TE”, Casa de las Conchas, Salamanca, a cura di Juan Ramón Barbancho (2006).

Tra le mostre collettive ricordiamo “Fabular un Mundo Diferente”, Centro Cultural de España en Lima, Perú, a cura di Blanca de la Torre (2021), “Universal Data”, Bienal de Arte Contemporáneo, MACAM, Beirut, Líba (2021), “Fabular un Mundo Diferente”, Centro Cultural de España en Lima, Perú, a cura di Blanca de la Torre (2021). “Universal Data”, Biennale d’arte contemporanea, MACAM, Beirut, Libano, a cura di Sarah Schaub (2019); “Hybrids”, MUSAC, León, a cura di Blanca de la Torre (2017) “The Ultimate First Experience”, HS- LAB, Hiroshima, Giappone (2016); “Intervalo”, Casa Hoffmann, Bogotá, Colombia, a cura di Alex Brahim (2016); “Premio Internacional Escultura Joven”, Fondazione Francesco Messina, Casalbeltrame, Italia, a cura di Lorena de Corral e Claudia Gioia (2011); “NULL”, Le Murate, Firenze, Italia (2010); “ART SHAKE”, Mondo Bizarro Gallery, Roma, Italia (2010); Premi Ciutat de Palma, Casal Solleric, Palma, Mallorca (2010); “SON JÓVENES Y MAESTROS”, Galeria N2, Barcellona (2009); “BLUME”, Galeria Espai B, a cura di Laura Marte (2007); “MUY FRÁGIL”, MAVA, Museo del Vidrio, Alcorcón, Madrid, a cura di Juan Ramon Barbancho (2005); “SITEATIONS / SENSE IN PLACE”, Niland Gallery, Sligo, Irlanda, a cura di Ana Macleod (2005); “IDENTIMIDADOS”, Ciclo Inéditos, La Casa Encendida, Madrid, a cura di Cèlia del Diego e Cristian Añó (2002).

Tra i progetti di arte pubblica, “MEMORIAL”, Caldas de Reis, Galizia (2007); “PUBLIC ART”, Art Públic, Universitat de Valencia (2005) e “MAKE A WISH” e “MEMORY”, progetti permanenti in corso di realizzazione che hanno viaggiato in Europa e in America dal 2003. Tra le fiere a cui ha partecipato figurano SWAB (Barcellona), ARCO (Madrid), MARTE (Castellón), SCULTO (Logroño), Pulse (Miami), ZONAMACO (Messico), Beirut Art Fair (Libano), Abu Dhabi Art Fair (Emirati Arabi Uniti).

Il suo lavoro è rappresentato in collezioni come Coca-Cola, DKV Seguros, Museo Macam Libano, HOTUSA, Design Space (Emirati Arabi), Museo de Porreres, (Mallorca) Museo de Arte en Vidrio MAVA (Madrid) e collezioni private.

È attualmente rappresentato dalla galleria L&B di Barcellona.