Hans Richter si può considerare come un poliedrico della creatività. Ha esercitato il suo talento in una varietà di campi espressivi, spaziando dalla pittura al disegno, dal cinema alla scrittura, fino anche all’editoria, nell’affermazione dei valori della sua estetica, propri della rivoluzione modernista che ha segnato la prima metà del Novecento e ha cambiato per sempre la percezione che abbiamo dell’arte. Un lavoro che racconta un’incessante ricerca per la sperimentazione e l’innovazione, che viene celebrato in una mostra al Museo d’Arte di Lugano, dal 31 agosto, a cura di Elio Schenini. Quasi 200 opere tra pitture, disegni, fotografie, film, libri e riviste parlano dell’eclettismo di un protagonista fondamentale nella storia delle avanguardie, in un percorso espositivo che si dispiega cronologicamente includendo anche opere di altri artisti per un confronto con le grandi tematiche dell’arte moderna. Soprattutto, uno sguardo completo per percorrere le esperienze fondamentali che hanno costruito la storia dei rapporti tra pittura, cinema, grafica e design, mostrando come la creatività non si limita mai a un singolo campo.