In occasione di Parcours Bijoux 2020, Adornment presenta la mostra HUMAN SPACE IDENTITY che include il lavoro di quattro artiste e designer del gioiello di ricerca Italiane, Laura Forte, Letizia Maggio, Simona Materi e Francesca Mazzotta, insieme a una Messicana, Raquel Bessudo.La mostra sarà allestita alla Galerie Sophie… etc! dal 16 al 31 ottobre presenterà gli esiti derivanti dalle ricerche delle artiste che, in modo corale e specifico, ragionano sul tema dell’identità in relazione a quello dello spazio, sviluppando percorsi concettuali distinti e utilizzando linguaggi differenti.

Obiettivo dell’esposizione è mettere in discussione i concetti di appartenenza e identità – esistenziale, sociale e liminale: quanto e in che modo lo spazio, inteso come luogo geografico, politico, culturale, simbolico, circoscritto, influenza la nostra identità e modo di essere? E’ possibile definire il confine, trattato qui come soglia tra il sé e gli altri, individuale e collettivo, della nostra esistenza? La mostra metterà in scena le differenti visioni e interpretazioni di questa relazione, multipla e cangiante, tra lo spazio e l’identità, declinata in varie forme e linguaggi.Il percorso narrativo si snoda dalla visione dello spazio geografico, locale e territoriale delle creazioni di Francesca Mazzotta, che utilizza normalmente estetiche e colori tipici della terra barocca cui appartiene (cartapesta leccese, bianco e oro), ma che in questa occasione ha approfondito invece un altro tema a lei caro: la salvaguardia del territorio e dell’ambiente dal degrado. La nuova serie chiamata ‘Identità di Plastica’ deve il suo nome dalla composizione originale di materiali preziosi e oggetti di plastica ritrovati sulle spiagge, che danno vita a piccoli spazi di riflessione, evocando scenari naturalistici, e invitando al rispetto.

Francesca Mazzotta, Plastic Identity brooch_2020

In direzione opposta si muove il lavoro di Laura Forte, in cui è la totale astrazione, delle forme e del pensiero, a primeggiare. Connotata da estremo minimalismo geometrico, la serie Utopia enfatizza ulteriormente il valore simbolico delle forme e la loro combinazione in giochi di perfezione metafisica. Uno spazio platonico, ideale, utopico, puro, ricavato negli interstizi. Contraltare della realtà, che ci trasporta caoticamente nel flusso continuo della materia.

Laura Forte, Rubber 1a_2020

Tra queste due concezioni si posizionano i lavori di Simona Materi, che racconta lo spazio e i luoghi astratti dell’esistenza tramite i simboli archetipici e inconsci dell’acqua, dell’immersione e assorbimento, e quelli di Letizia Maggio che lavora invece intorno alla  percezione del tempo, del ritmo e della memoria, come luogo intimo dell’essere e dell’esistenza.

La ricerca di Simona Materi vede nel paesaggio e nel corpo luoghi d’indagine complementari e interconnessi. Ne indaga il ritmo, la vitalità, l’espressione organica, nel tentativo di individuare quel nesso originario e primordiale che connette gli esseri viventi. Ne è un esempio il progetto ‘Absorption’ iniziato nel 2016 con la creazione di un video che rappresenta in modalità grafica le acque calme di un lago che frequenta fin da bambina, da cui nasce poi un collare oversize in Plexiglas.

Simona Materi, Absorption_2017

Letizia Maggio realizza una nuova serie attraverso l’utilizzo di mezzi e tecniche differenti, abbandonando quasi definitivamente l’inserimento di metalli, o materiali preziosi, e concentrandosi sulla stampa fotografica su tela delle foto di Alice Brazzit. Dettagli di corpi nudi di persone care rappresentano porzioni di storie intime e incarnate, che assumono qui valore assoluto e universale. A questi scampoli di stampe include parole, fili cuciti, catene, elementi ritrovati di vecchi orologi, fino a creare un puzzle il cui ordine e composizione è la messa in scena di un paesaggio interiore esistenziale.

Letizia Maggio, A hundred silent ways, Pendant_Ovunque, dettaglio_2020

Quale contraltare infine s’inserisce Raquel Bessudo, Messicana tra Italiane, a ulteriormente scandire e scombinare le regole del gioco tra spazio e identità: in aggiunta alle sue creazioni più tradizionali, in cui la tipica dimensione intimista richiama i temi dell’infanzia, presenta un lavoro chiamato La Bestia che disegna il profilo del confine tra Messico e Stati Uniti. Il nome deriva dal treno merci che valica proprio quel confine, e cui migliaia di disperati si aggrappano per passare la frontiera. Il nome è sufficiente a trasmettere il senso e la portata drammatica dell’esperienza di migliaia di persone che rischiano la vita alla ricerca di un luogo che le accolga, e cui appartenere.

Raquel Bessudo, From what I remember VII_2020

Il contributo visionario e poetico di Alice Brazzit, fotografa e videografa coinvolta su più livelli nel progetto espositivo, permette di immergersi – letteralmente – in questo spazio fluido e senza confini in cui le voci e personalità delle artiste si fondono insieme invitando cosi ad abitare una nuova dimensione umana.

BIOGRAFIE

Raquel Bessudo è un’artista di gioielli con sede a Città del Messico, laureata in Belle Arti al CSM College of Arts e Design London UK, 2000. Il suo lavoro è stato esposto in Messico, Argentina, USA, Australia ed Europa. Ha ricevuto una menzione speciale dalla Giuria in occasione della II Biennale Latinoamericana di Gioielleria Contemporanea 2018, “Neighbours”.

Alice Brazzit, fotografa e videoartista italiana, vive a Barcellona e lavora in Italia e Spagna. Si occupa di vari settori e progetti, alcuni strettamente artistici, altri più commerciali. È particolarmente attiva nel campo della danza contemporanea e del ritratto.

Dopo aver studiato oreficeria a Lecce e Bassano del Grappa, Laura Forte ha lavorato a Vicenza e Lecce dove ha deciso di tornare e aprire il proprio atelier e studio di design. Il suo lavoro e la sua ispirazione sono riconosciuti a livello internazionale, combina tecniche tradizionali a nuovi materiali e metodologie 3D.

Letizia Maggio, dopo aver arricchito la sua formazione attraverso corsi di oreficeria e ceramica con artisti di fama mondiale, ha tradotto quanto appreso nella ricerca sui materiali e sui linguaggi del gioiello contemporaneo. Le sue opere, che fondono scultura, pittura e linguaggio installativo, sono conosciute a livello internazionale.

Simona Materi è un’artista italiana conosciuta internazionalmente che si occupa di gioielli e arte contemporanea. Diplomata in arte del metallo e oreficeria presso l’Istituto Statale d’Arte Manuppella di Isernia, ha poi completato la sua formazione studiando incisione artistica e stampa originale d’arte a Napoli e tecniche di lavorazione dei metalli presso il Centro Tam diretto da Arnaldo Pomodoro.

Francesca Mazzotta si è laureata all’Accademia di Belle Arti, specializzandosi in arti visive, a Lecce. Lavora nel campo dell’arte e del design in Puglia, nel sud Italia. Il suo principale interesse è l’utilizzo di materiali naturali come carta, legno e argilla oltre alle tecniche antiche e alla tradizione leccese che mette in dialogo con modellazione e stampa 3D.

 

Galerie Sophie … etc!

Situata nel quartiere Oberkampf di Parigi, Galerie Sophie … etc! è un luogo di incontro intorno ai gioielli contemporanei. Creata e diretta dal 2006 da Sophie Cazin, la galleria rappresenta le varie opere di artisti permanenti. Artigiani-gioiellieri, creatori, artisti visivi, che lavorano con il metallo, la porcellana, i polimeri, il legno… Sophie ama i gioielli “diversamente”, nella totale libertà di forme e materiali. Un modo diverso di pensare al gioiello e di presentarlo in chiave contemporanea. Allo stesso tempo, organizza mostre collettive, più volte all’anno, per mettere in mostra nuovi talenti.

 

ADORNMENT – CURATING CONTEMPORARY ART JEWELRY

Adornment – Curating Contemporary Art Jewelry è un progetto curatoriale integrato dedicato al gioiello contemporaneo. Fondato da Ilaria Ruggiero, si propone di sviluppare la conoscenza e la coscienza del gioiello come disciplina artistica e come terreno di ricerca tecnica, estetica e filosofica.