Di fronte all’incertezza, l’architettura si unisce ad altre discipline per mettersi al servizio di progetti sociali. Un team di quattro giovani curatori ha selezionato, attraverso un bando aperto, trentaquattro progetti da esporre nel padiglione spagnolo alla Biennale 2021.

Alla luce delle sfide che stiamo affrontando, sia la domanda, formulata prima della pandemia, che la risposta del team curatoriale spagnolo possono essere considerate premonitrici.

Per la curatela del suo padiglione alla Biennale Architettura di Venezia per la prima volta la Spagna ha indetto un concorso pubblico e, tra le proposte presentate, la giuria di esperti ha scelto Uncertainty degli architetti delle Canarie Sofía Piñero, Domingo J. González, Andrzej Gwizdala e Fernando Herrera.

Uncertainty mette in mostra l’architettura in combutta con altre discipline per avere un impatto sulla società, offrendo nuove riflessioni e suggerendo nuovi modi di praticare una professione che si è evoluta per adattarsi a tutte le dimensioni e le esigenze di una società in costante cambiamento.

A parte il denominatore comune, le trentaquattro proposte selezionate sono molto eterogenee. Il padiglione spagnolo presenta progetti che privilegiano il processo creativo rispetto a qualsiasi pezzo iconico finito. Un processo eseguito in modo multidisciplinare e con un impatto sociale positivo chiaramente visibile.

Molti dei progetti non sono a prima vista riconoscibili come architettura in sé, per sottolineare il fatto che la professione dell’architetto ha rotto i limiti della sua funzione tradizionale, la costruzione in senso stretto, per adattarsi e mescolarsi con altri campi, come la musica, la poesia, l’educazione, l’agricoltura, il cinema, la danza, i videogiochi o il turismo, utilizzando nel processo nuove forme di comunicazione, compresi i meme.

Come spiega il team di curatori, la mostra non ammette alcuna risposta concreta alla domanda formulata da Hashim Sarkis, decano del MIT School of Architecture and Planning, How will we live together? ma piuttosto cerca di generare una catena infinita di ulteriori domande che portano a una sola certezza: il nostro futuro è insieme o non c’è.

La giovane età dei quattro curatori, tutti intorno ai trent’anni, è anche uno spunto per fare una fotografia generazionale della professione. Il percorso che ognuno ha fatto, con le rispettive aspettative ed esigenze, trasmette un messaggio sull’adattamento a contesti incerti, così come sul ruolo trasversale che l’architettura deve avere nella ricerca collettiva del benessere sociale.

Date

Dal 22 maggio al 21 novembre 2021

Location

Padiglione Spagna, Giardini della Biennale, Castello 1260, 30122 Venezia