Il Leone d’Oro Speciale alla Memoria per la carriera alla diciannovesima Biennale di Architettura di Venezia va all’architetto e designer italiano Italo Rota L’architetto e designer italiano Italo Rota (Milano, 2 ottobre 1953 – 6 aprile 2024) è stato insignito del Leone d’Oro Speciale alla Memoria per la carriera alla 19. Mostra Internazionale di Architettura – La Biennale di Venezia – Intelligente. Naturale. Artificiale. Collettivo. che si terrà ai Giardini e all’Arsenale di Venezia, dal 10 maggio al 23 novembre 2025. Italo Rota, photo © Claudio Moschin La decisione è stata approvata dal Consiglio di Amministrazione della Biennale, presieduto da Pietrangelo Buttafuoco, su proposta di Carlo Ratti, Curatore della 19. Mostra Internazionale di Architettura, che ha motivato così l’assegnazione del Leone d’Oro Speciale alla Memoria a Italo Rota: “Italo Rota è stato un precursore. La sua visione era quella di un mondo in cui la rilevanza degli esseri viventi e della biologia in generale, della natura nella sua accezione più ampia e infine della scienza e della tecnologia applicata fossero unite in un unico organismo vivente. Nel corso della sua vita, ha avuto l’incredibile capacità di attraversare la seconda metà del Novecento e il primo quarto del nuovo secolo, sorvolando i principali stili e culture progettuali, affermandosi come una delle figure più originali dell’architettura italiana ed europea. Cresciuto sotto l’ala di maestri come Franco Albini, Vittorio Gregotti e Gae Aulenti, ha coltivato un eclettismo unico e una rara capacità di unire visione poetica e lucidità analitica estrema. Uomo di sconfinata cultura, appassionato collezionista e ricercatore di oggetti da Wunderkammer e dispositivi tecnologici, nonché generoso docente, ha contribuito alla creazione di alcuni tra i luoghi culturali più influenti d’Europa negli ultimi decenni, come il restauro del Musée d’Orsay a Parigi e il Museo del Novecento a Milano. La sua eredità culturale è ben espressa dal titolo della sua ultima monografia, Solo diventare natura ci salverà (Milano: Libri Scheiwiller, 2023)”. Carlo Ratti ha aggiunto: “L’avventura della Biennale Architettura 2025 è cominciata insieme a Italo Rota alla fine del 2023. È stata tragicamente interrotta con la sua scomparsa, il 6 aprile 2024. Per questo sono particolarmente felice che il Consiglio di Amministrazione della Biennale abbia accolto la mia proposta di assegnargli questo altissimo riconoscimento alla memoria. È significativo anche che il Ministero della Cultura – attraverso la Soprintendenza ai Beni Archivistici e Bibliografici della Lombardia – abbia recentemente vincolato il suo archivio per attrarlo al patrimonio culturale nazionale. Sono infine lieto di poter presentare all’Arsenale anche il lavoro di Margherita Palli, compagna di vita e di lavoro di Italo, il cui contributo continuerà idealmente la nostra ricerca”. Il Leone d’Oro Speciale alla Memoria sarà ritirato dalla sua compagna Margherita Palli, scenografa e costumista, che parteciperà alla Biennale Architettura 2025 con il progetto Material Bank: Matters Make Sense, insieme a Stefano Capolongo e Ingrid Maria Paoletti (Dipartimento di Architettura, Ambiente Costruito e Ingegneria delle Costruzioni, Politecnico di Milano) e Konstantin Novosëlov (National University of Singapore). In passato, il Leone d’Oro Speciale alla Memoria è stato assegnato all’architetta italiana naturalizzata brasiliana Lina Bo Bardi (1914-1992), su proposta di Hashim Sarkis, curatore della Biennale Architettura 2021; e all’architetto giapponese Kazuo Shinohara (1925-2006), su proposta di Kazuyo Sejima, curatrice della Biennale Architettura 2010. Inoltre, nel 2020, il Leone d’Oro Speciale alla carriera è stato assegnato a Vittorio Gregotti (1927-2020), direttore artistico del settore Arti Visive della Biennale dal 1975 al 1977, che introdusse l’architettura all’interno della manifestazione. La cerimonia di premiazione e l’inaugurazione della Biennale Architettura 2025 si terranno sabato 10 maggio a Ca’ Giustinian, sede della Biennale.La Mostra aprirà al pubblico lo stesso giorno, alle ore 11. ITALO ROTA, UN PRECURSORE L’opera architettonica e progettuale di Italo Rota si è sviluppata per oltre trent’anni attraverso una costante e avanzata ricerca interdisciplinare, che ha spaziato dall’arte contemporanea alla robotica, dando vita a progetti innovativi dove la bellezza umanistica e la sostenibilità sono diventati elementi integranti e dirompenti. Laureatosi al Politecnico di Milano, ha lavorato per molti anni con Vittorio Gregotti e Franco Albini. All’inizio degli anni ’80, con Gae Aulenti e Piero Castiglioni, vinse il concorso per la progettazione degli interni del Musée d’Orsay: si trasferì a Parigi e, sempre con Aulenti, lavorò al progetto di restauro del Museo di Arte Moderna del Centre Pompidou. Aprì il proprio studio nella capitale francese e progettò: le sale dell’École Française al Louvre (Cour Carrée), l’illuminazione di Notre-Dame, il lungosenna, la riqualificazione del centro storico di Nantes. Nei primi anni ’90 tornò stabilmente a Milano, dove sviluppò numerosi progetti architettonici in Italia e nel mondo, tra cui: il restauro dei Musei Civici di Reggio Emilia, la nuova fabbrica robotica Elatech a Brembilla, il grande Teatro dei Bambini a Maciachini (Milano), il padiglione Noosphere Laboratory alla Triennale di Milano, i padiglioni per il Kuwait, il Vino Italiano e Arts and Foods a Expo Milano 2015. Con il Padiglione Italiano a Expo Dubai 2020, Rota iniziò una collaborazione con lo Studio Carlo Ratti, che proseguì fino alla sua scomparsa.Tra le opere che meglio simboleggiano la sua poetica: il Museo del Novecento a Milano, il Centre for Post-Graduate Studies alla Columbia University di New York, il Tempio Indù a Dolvy, in India. Realizzò anche numerose mostre per importanti musei, pubblicazioni, installazioni e padiglioni, tra cui il Padiglione Centrale Tematico di Expo Zaragoza 2008. Partecipò alla Biennale di Venezia in più edizioni: Innesti/Grafting (Biennale Architettura 2014, curata da Rem Koolhaas, con Studio Italo Rota & Partners); Ailati. Riflessi dal Futuro (Biennale Architettura 2010, curata da Kazuyo Sejima); L’Italia cerca casa (Biennale Architettura 2008, curata da Aaron Betsky). Fu Direttore Scientifico di NABA (Nuova Accademia di Belle Arti) a Milano, Professore presso Shanghai Wusong International Art City Shanghai Academy of Fine Art e Consulente all’Università di Tsinghua a Pechino. Tra i numerosi riconoscimenti: Medaglia d’Oro all’Architettura Italiana per gli spazi pubblici, Medaglia d’Oro all’Architettura Italiana per cultura e tempo libero, Landmark Conservancy Prize a New York, Grand Prix de l’Urbanisme a Parigi. Il 2 novembre 2024 il suo nome è stato inserito nel Famedio di Milano, il Tempio della Fama del Cimitero Monumentale.