Molto attiva nella ricerca di nuovi talenti, Claudia Pignatale, architetto, imprenditrice e appassionata d’arte e di design, oltre a essere nota come animatore di numerose manifestazioni del settore, prosegue il suo percorso di trasformazione della galleria Secondome in un centro di attrazione per il design nell’Italia centrale. Per portare Roma sulla scena del design ha attivato diverse collaborazioni con giovani designer internazionali under 40 e da dieci anni la galleria si dedica alla ricerca dei progetti più innovativi.

Dal 2008, Secondome Edizioni diventa un marchio con una propria collezione di oggetti in vetro, ceramica, legno e metallo che produce, promuove ed esporta in tutto il mondo, progettati da alcuni dei più noti designer tra cui Sam Baron, Nigel Coates, Matteo Cibic, Gio Tirotto, Giorgia Zanellato, FX Ballery, Zaven.

I pezzi di Secondome, tutti realizzati a mano in Italia da esperti artigiani, sono stati anche esposti in alcuni tra i più importanti musei del mondo come La Triennale di Milano, il New Museum di New York, The Grand Hornu in Belgio, il Museo Vitra in Germania e il Museo del Vetro di Shanghai.

All’ottava edizione di Operæ – Independent design festival, Secondome presenta:

–  il progetto WUNDERBRUST, ideato per PHM dal giovane designer Matteo Cibic, nipote del famoso Aldo, che nel 2017 ha vinto il premio EDIDA (Elle Decor Italian Design Award) nella categoria Young Design Talent of the Year, e realizzato da DOC. “Mentre girovagava e curiosava nell’atelier di DOC” dice Alice Stori Lichtenstein, curatrice di Operae “Matteo Cibic è stato colpito dall’abilità necessaria a realizzare cuscini e a rivestire in pelle scatole e contenitori. Ha iniziato a giocare con l’idea di un baule, considerandolo un oggetto senza tempo che viene tramandato in famiglia da una generazione all’altra. Con un occhio ai lussuosi bauli da viaggio del passato, e l’altro alle più umili e tradizionali casse in legno, Cibic ha sviluppato la sua personale interpretazione. Il risultato è una seduta, che alzando il coperchio può essere usata come ripostiglio. Usando come una tela la pelle più naturale, ha applicato una trama di linee e colore con il suo tipico umorismo”.

–  la poltrona a dondolo VOLUTA disegnata da Stefano Marolla, realizzata in legno, carbonio e ottone, si ispira alle forme classiche, nascondendo nella sua apparente semplicità la complessa tecnica di costruzione con cui si ottiene un effetto elastico che ne esalta la comodità.

–  gli specchi RISVOLTI, disegnati da Vito Nesta e realizzati in collaborazione con Effetto Vetro, mescolano in maniera originale un materiale innovativo quale l’acciaio Supermirror e uno ormai fuori produzione dagli anni ’50, il vetro opalino. La modernità dell’acciaio contrasta il sapore vintage dei tasselli colorati, sapientemente posati a formare due diversi pattern, Risvolti A e Risvolti B.

–  i tavolini LUNAPARK nei quali Alessandro Zambelli infonde colori, suoni, profumi e sapori di una festa di paese, con giostre, luci colorate e bancarelle piene di dolci. Realizzato con una tecnica innovativa di fusione da lastra, il vetro di Murano diventa elemento strutturale.

–  per la collezione Henzel Studio Collaboration VOL.1, Richard Prince crea un design dalle forme libere, realizzando un collage di numeri. Fin dagli anni ’70 Richard Prince filtra immagini dai media e dalla pubblicità e se ne riappropria trasformandole nei propri lavori, ridefinendo così il concetto di autore, proprietà e contesto artistico. Prince ci invita a focalizzare l’attenzione sull’ordinario; ce lo propone ripetutamente, in forma seriale, finché diventa “stra-ordinario”. La sua ridondanza deliberata e l’incessante ritorno delle medesime forme giocano con il nostro senso della realtà.

–  disegnata da Lorenza BozzoliPOUF COUTURE è una collezione elegante ed esclusiva di pouf che nasce dall’osservazione dei materiali e dalla ricerca per valorizzarne le qualità intrinseche. Le combinazioni di colori danno vita ad una palette estremamente vivace per una serie di pouf che ereditano la manifattura artigianale e la cura nel dettaglio dal mondo dell’haute couture.

–  DISARMANTE è la lampada da tavolo di Gio Tirotto ispirata agli sprue, telai plastici che tengono insieme i modellini da assemblare. Il nome racchiude così un doppio significato: il “disarmo” delle armi che costituiscono lo sprue e la loro successiva trasformazione in un oggetto decorativo “disarmante”. E’ composta da un telaio in ottone tranciato a fresa e rifinito a mano con inserti in fusione di ottone a cera persa e vetro soffiato, satinato.

–  i vasi BOOMING sono il risultato di una collaborazione tra Analogia Project e il maestro ceramista Alessio Sarri con l’obiettivo di esplorare elementi opposti ed essenziali che costituiscono la nostra esistenza: aria e materia, forza e fragilità. Forme puramente geometriche di ceramica refrattaria sono state esplose mentre erano ancora fresche seguendo una metodologia sperimentale. Successivamente sono state lasciate ad asciugare e cotte secondo la lavorazione tradizionale della ceramica. Il momento dell’esplosione è quindi fissato nella materia. Il risultato è un blocco di ceramica colorata in cui l’esplosione mostra la texture bianca interna. Anche questi vasi potrebbero essere definiti “ceramica sbagliata” secondo l’idea di Ettore Sottsass su processi e materiali non convenzionali: contrariamente ai processi usuali hanno uno spessore importante, mescolano ceramica e porcellana, vengono colorati mentre sono ancora freschi. Come spiegato da Sarri, sono stati realizzati senza pensare ai limiti del materiale ma con un approccio sperimentale, provando, testando e stabilendo nuove correlazioni di causa-effetto. Il risultato mostra la resistenza e la fragilità della materia allo stesso tempo.

–  Matteo Cibic ripropone un progetto di ricerca di 366 giorni sulle relazioni sociologiche degli oggetti, che unisce il talento creativo del designer e il suo indistruttibile senso dell’umorismo, con l’aspetto artigianale della lavorazione della ceramica e del vetro in un processo che si sintetizza in una forma.. Sono veicoli narrativi per specie differenti? Sono capaci di raccontare le differenze della razza umana? Il progetto elaborato da Matteo Cibic in 366 giorni vuole rispondere a queste domande. Vasonaso, nato un po’ per gioco, un po’ per immergersi nella quotidianità ossessiva di uno stile narrativo Morandiano, è un’analisi personale delle relazioni tra le forme, i colori e le altezze, che si trasforma in analisi di gruppi di oggetti, interpretati come linee genealogiche, legate da tratti somatici e caratteristiche o colori simili. I Vasonaso sono come specie animali, che interagiscono per gruppi, cambiando drasticamente forme e immaginazione. Basta una piccola differenza di forma per creare una nuova specie.

–  COLOURED BLOOMING SKYLINE CONSOLE è il progetto del duo Hillsideout: “Nell’antichità osservavano il cielo e utilizzavano le stelle come riferimenti per l’orientamento. Si cercava di avvicinarsi alle stelle e allo stesso tempo si aveva timore dell’enormità dello spazio che ci divide da esse. Per questo motivo le antiche città erano costruite rispecchiando le costellazioni”. Gli arredi di Hillsideout sono pezzi unici e non replicabili, come le costellazioni a cui fanno riferimento. Piccole scatole di legno incorniciano città in miniatura capovolte e racchiudono immagini di fiori alchimicamente legati alle stelle.

–  JEUX DES CORPSÈ un progetto realizzato nel 2012 mentre vivevo tra Bruxelles e Parigi” dice Paolo Polloniato. “Jeux des corps è la messa in scena ironica e sarcastica del nostro tempo. Sono ambientazioni teatrali dove avvengono delle scene metaforiche e allegoriche attraverso il riuso di elementi della tradizione ceramica di Nove, luogo in cui lavoro. I vari soggetti che uso perdono la loro funzione iniziale per diventare protagonisti di una visione strettamente personale in cui l ‘ironia, l’eros, il travestimento, il sacrifico e l’adorazione diventano gli ingredienti dell’opera. Ogni scatola è un’opera unica non ripetibile. Mi piace lasciare lo spettatore libero di interpretare ogni singola situazione, sottolineando la metafora che puo’ esistere in ogni scena rappresentata”.