Siamo prigionieri dei nostri limiti, incapaci di cogliere la realtà nella sua complessità, ci limitiamo a interpretare elementi che sono parziali giungendo spesso a conclusioni errate. Moriamo con la presunzione di conoscere la realtà e la verità delle cose, e quando nel corso della nostra vita veniamo posti di fronte ad una realtà diversa da quella che conosciamo, la reputiamo falsa, la neghiamo e torniamo alla nostra quotidianità. Esemplare il caso di Platone con “Il mito della Caverna”, nel momento in cui i prigionieri hanno la possibilità di essere liberati per poter conoscere l’essenza di una nuova realtà, preferiscono uccidere il proprio compagno piuttosto che rinunciare alla propria visione della vita. Serepta Mason vuole farci riflettere proprio su questo, vale la pena rinunciare alla conoscenza per paura di scoprire che le proprie convinzioni siano false? Abbiamo in vita l’importante compito di ampliare la visuale soggettiva, per permettere agli altri e a noi stessi di vedere la vera essenza e bellezza di tutto ciò che ci circonda, abbandonando le ombre ingannevoli dei prigionieri e le voci ingannevoli delle città.

Serepta Mason

Il fiore della mia vita sarebbe sbocciato d’ogni lato

se un vento crudele non avesse appassito i miei petali

dal lato che vedevate voi del villaggio.

Dalla polvere levo la mia protesta:

il mio lato in fiore voi non lo vedeste!

Voi, i vivi, siete davvero degli sciocchi

e non sapete le vie del vento

e le forze invisibili

che governano i processi della vita.