Non c’è bisogno di presentazioni per Vitra, l’azienda svizzera che dagli anni 30 produce mobili e arredamento disegnati dalle personalità che hanno fatto la storia del design del ventesimo secolo. Rappresentazione pratica è la sede in cui tutto prende luogo, il Vitra Campus di Weil am Rhein. Una struttura aperta al pubblico dove poter passeggiare e letteralmente immergersi nella storia del design, in uno straordinario ensemble di architettura contemporanea. Gli esempi sono dappertutto: il Vitra Design Musem, progettato da Frank Gehry, l’unità abitativa Diogene, nei cui soli 6 metri quadri Renzo Piano ha unito tutte le elementari funzioni dell’abitare, fino addirittura alla pensilina di attesa per autobus, un progetto di Jasper Morrison. Due nuovi elementi hanno impreziosito il Campus Vitra, andando ad accentuare il carattere didattico della struttura in favore di un pubblico di appassionati. La Álvaro Siza Promenade è infatti una strada asfaltata di circa 500 metri che crea un percorso indipendente dall’area aziendale recintata, attraverso cui i visitatori che giungono da Basilea possono raggiungere facilmente i siti di interesse senza essere disturbati dal traffico dei mezzi aziendali. Siza ha scelto di valorizzare l’elemento naturale, con alte siepi laterali e aree verdi che mettessero in risalto il mutare delle stagioni, in netto contrasto con i materiali duri e immutabili usati per le parti strutturali, nella tipica accezione di Siza in cui paesaggio e geometria seguono ognuno le proprie leggi, trovando in questo modo l’equilibrio. Al confine tra architettura e arte, è stata poi appena inaugurata la Vitra Torre a Scivolo di Carsten Höller, che più che un edificio nel senso classico del termine è una torre panoramica con scivolo con lo scopo principale di fornire un’esperienza. Gli scivoli sono infatti elemento caratteristico nel lavoro dell’artista tedesco, in quanto scultura in cui “si può viaggiare”. La Vitra Torre è costituita da tre pilastri d’acciaio inclinati e convergenti, nel cui punto di intersezione si inserisce un orologio senza numeri, che ogni dodici ore forma per un breve momento il logo Vitra. Una rappresentazione del tempo, ma non pensata per leggere l’ora.