Tra biofabbricazione e artigianato la moda dell’artista, stilista e architetto Raquel Buj esposta all’ILE Institución Libre de Enseñanza durante il Madrid Design Festival 2023

Fondatrice e direttrice di BUJ studio, un laboratorio sperimentale di design e moda, Raquel Buj è artista, fashion designer e architetto. L’abbiamo scoperta in occasione del Madrid Design Festival 2023 presso l’ILE Institución Libre de Enseñanza.

Progetta involucri per il corpo e “seconde pelli” realizzati con materiali provenienti da ambiti molto diversi e riformulati con la fabbricazione digitale e i biomateriali.

Raquel Buj concepisce il suo studio come un laboratorio in cui sperimentare nuovi materiali combinando artigianato e tecnologia nello sviluppo dei suoi capi. Raquel si è avvicinata alla moda attraverso l’architettura, interessata a ridurre la distanza che separava le sue idee dal proprio corpo, alla ricerca di una scala che le permettesse di gestire ogni parte del processo.

Concepisce il design come architettura del corpo, non parla di abiti ma di “involucri” i cui materiali sono un’estensione di noi, entità con cui ci relazioniamo e con cui dobbiamo provare empatia, perché sono “il modo più immediato di esprimere noi stessi“. Gli abiti sono più avanti del linguaggio, sono più veloci e diretti.

Per questo cerca di porre fine all’idea di moda come qualcosa di superficiale. Le sue creazioni rispondono a un’estetica zoomorfa o post-umana e la sua ricerca sulla tecnologia e sui nuovi materiali le permettono di produrre in modo sempre più sostenibile.

La sua linea di lavoro si muove verso la ricerca di nuovi materiali provenienti dalla biomanifattura e dal riciclo, dalla combinazione di artigianato e tecnologia per creare nuovi materiali più sensibili all’ambiente che ci circonda. Lavorando meticolosamente su ciò che non si vede né si vuole, mescolandolo con altri materiali e tecnologie, è possibile dare valore a ciò che c’è ma non si vede e trasformarlo in qualcosa di bello. Una pratica che, in definitiva, ci permette di generare una nuova cultura materiale che si faccia carico della fragilità dell’ambiente in cui viviamo.

Il suo lavoro ha ricevuto diversi premi e riconoscimenti, tra cui il premio Samsung Ego Innovation Project (2017) MBFWM, la menzione per la Ricerca e il Design della Biennale Iberoamericana di Design BID 19 (2019) e il premio per il design emergente IADE 2021.

Combina la sua pratica professionale con l’insegnamento come docente di nuovi materiali nella moda presso l’URJC, lo IED e la BAU e tiene diversi workshop e conferenze a livello nazionale e internazionale come TEDxMadrid 19, Retrofuturo.

È stata membro della giuria del RESHAPE Forum Barcelona 2019. Le sue opere sono state esposte in vari centri e gallerie come la Casa Encendida 2020, il Riu de Plaza de España 2021, il Manuel Piña Museum 2022 o la mostra Can U sustainable a Shanghai, in Cina nel 2022. Ha collaborato con diversi artisti come Janet Novás per Veranos de la Villa 2019 o l’Istituto Stocos per la Reale Accademia di Spagna a Roma.

Il suo lavoro è stato pubblicato in vari media come Vogue, Yorokobu, El País, Neo2, Metal Magazine o A*desk. Recentemente è stata premiata dall’Accademia di Spagna a Roma per il periodo 2022-2023, dove svilupperà un progetto tra arte, moda e ricerca sui biomateriali.