Non si tratta di vintage. Piuttosto della ricerca della modernità nella qualità dei materiali, dal più tradizionale al più innovativo, coniugati nella costruzione di forme organiche in cui funzionalità non è necessariamente sinonimo di minimalismo. E ancora la riscoperta dei colori, spesso accesi in cromie pastose e mai piatte. Lo vediamo nel divano trasformabile Bandy di Bonaldo, senza braccioli e con piedini in metallo verniciato a contrasto, basso e allungato, per un comfort misurato come a voler invitare a una postura composta. Anche nella loro proposta per la camera da letto, Basket Plus, l’importante testata imbottita, che rende il letto accogliente, richiama nei tessuti e nella forma il tipico look modernista degli anni 50. Esile ed elegante, come suggerisce il nome Gazelle, la poltrona di Sergio Brioschi per Very Wood, in noce americano, la cui scocca leggerissima è rivestita, fra gli altri, di un tartan dal richiamo decisamente retrò. In perfetta armonia con la collezione Bellevue, di This Weber, sempre per Very Wood, con tavolini e poltrone che giocano con il legno e i rivestimenti, per personalizzare ambienti in cui casa e formalità non viaggiano per forza su binari paralleli. Stessa rigidezza apparente quella dei colorati sistemi arredo di Usm, che anzi stimolano la creatività componendosi in mille configurazioni diverse, a cavallo fra ambiente casalingo e spazio lavorativo. Tagina pensa invece alla caratteristica edilizia più odiata degli anni 50-60: quella dell’uso di piastrelle piccole e diverse per ogni ambiente. Lo fa reinterpretando il concetto e proponendo rivestimenti dove mixare colori e decori diversi, per un effetto tattile, oltre che visivo. Una tendenza più che altro volta a riscoprire l’eleganza dell’abitazione, non solo ambiente personale, ma anche spazio sociale dove ricevere e intrattenersi.