Ok, non proprio ovunque, ma diciamo che in ogni paese del mondo in cui ci siano televisioni che trasmettono film americani, è iniziato quel periodo dell’anno, quello delle rose e dei cioccolatini, in cui l’amore si fa sentimento supremo e ispiratore massimo per ogni cosa. Anche noi abbiamo iniziato a riflettere sull’amore, sulla passione e sul desiderio, e in questi giorni zuccherosi abbiamo pensato a chi, nel design ovviamente, si sia lasciato trasportare da questi sentimenti e, con l’estro creativo del progettista, abbia dato loro forma. Un simbolo? Sicuramente il celebre “bacio” del divano Bocca, disegnato nel 1970 da Studio 65 per Gufram. L’ispirazione nacque dal quadro Il Volto di Mae West di Dalì, e dalla bocca rosso fuoco delle dive hollywoodiane, per una seduta provocatoria, sensuale ed estremamente femminile. Per gli amanti più diversi dal 2008 Gofram ne propone due diverse versioni: Pink Lady, leziosa, in fucsia, e Dark Lady, con tanto di piercing, dall’animo più rock.

È pensieroso e sognante Mario Botta, quando nel 2004 progetta per Horm la collezione di specchi Mamanonmama, una serie di cinque specchi in legno massello di salice nero a forma di petalo: tutti insieme, attaccati alla parete o disposti su un tavolo, formano una margherita, da sfogliare petalo dopo petalo nella tormentata ricerca di una risposta: è corrisposto il nostro amore oppure no?

Decisamente va al sodo, e c’era da aspettarselo, Philippe Starck. È del 2007 la sua collezione Privè per Cassina, composta da poltrone, chaise-longue e divani di diverse dimensioni pensati e progettati come funzionali a un nobile scopo: fare l’amore. Preziosi e sensuali rivestimenti in pelle, grandi dimensioni lussureggianti, braccioli e schienali removibili o spostabili a seconda delle esigenze, tutto in virtù del godimento dei sensi, del piacere e della “sperimentazione”.

Infine, per una simpatica liason in cucina, la adorabile coppia sale e pepe di Normann Copenhagen, chiamata Friends, ma che a ben vedere va un pochino oltre l’amicizia. Si chiamano Gordon & Andreas, e se qualcuno se lo stesse ancora chiedendo, giocano sul significato della parola danese “bosse”, che vuol dire sia “shaker” che “gay” : due maschietti baffuti (uno con gilet di pelle dipinto, l’altro no) che, a guardarli, non si può fare a meno di sorridere. Vive l’amour!