In Portogallo la Lisboa Fashion Week è arrivata alla sua quarantaquattresima edizione, con le proposte di giovani creativi e talenti affermati che hanno mostrato un’inventiva molto diversa da quanto osservato nelle settimane dedicate alla moda dei grandi centri nevralgici del business. A contraddistinguere le creazioni principalmente la curiosità, che spinge i designer verso nuove interpretazioni del vestire contemporaneo. Olga Noronha per esempio ha portato in passerella un approccio filosofico all’abito, vedendola come una seconda pelle, fatta di un complesso intricarsi di vene, arterie e muscoli, mentre Felipe Faisca ha riflettuto sulle malattie terminali dei bimbi con cui ha realizzato un workshop: il risultato è una collezioni di cotone, pelle, seta e lino arricchiti da pattern disegnati dai bambini stessi. Più pratica la proposta di Ricardo Preto, un’affermazione di femminilità forte e coraggiosa, come quella della pittrice Georgia O’Keeffe che ha ispirato le forme geometriche e strutturali di Aleksandar Protic, giovane designer serbo che ha scelto il Portogallo come patria adottiva. Patria che ha ispirato il Nuno Gama: nella collezione di uno dei più influenti designer portoghesi troviamo chiari riferimenti a Os Lusiadas, un poema epico classico che racconta delle scoperte portoghesi nel quindicesimo e sedicesimo secolo.