Capita che, quando i grandi couturier cedono il passo e lasciano la loro maison nelle mani dei successori designati, spesso questi non si dimostrano all’altezza del compito e ciò che vediamo in passerella è una rimembranza sfocata delle glorie passate. Maria Grazia Chiuri e Pierpaolo Piccioli sono quel che si dice “l’eccezione che conferma la regola”. Un dream team da amare, e soprattutto innamoratissimo non solo di Valentino, ma della donna e della moda che a ogni stagione sanno interpretare nel più intelligente e raffinato dei modi. Ben 84 uscite in passerella, per uno spettacolo come si usava quando la moda davvero era uno spettacolo, in cui la loro visione ha spaziato negli ambiti più alti che la disciplina abbraccia. La partenza è un’immersione in grafismi optical black&white, in cui le silhouette geometriche sono definite da proporzioni decise e rigorose, ma allo stesso tempo addolcite dall’impalpabilità delle gonne in chiffon, tenute a bada da pannelli di pelle, dalla sofficità degli ampi maglioni di angora e dal movimento delle mezze maniche a campana. Poi un cappotto di pelliccia, patchwork di colori e forme d’altri tempi, da il via al colore di pizzi sovrapposti, quasi succulenti per le tinte in cui vengono interpretati, fino ad arrivare a fantasie pittoriche e liquide, ma sempre con il rigore di una regola geometrica e del taglio delle gonne sotto il ginocchio. Virare verso la sera significa riprendere i bianchi e i neri, stavolta più profondi, e poi lasciarsi andare nelle notti esotiche costellate di stelle e lune, sul lungo abito di chiffon trasparente, dragoni cinesi e fiori, coloratissimi ma sempre notturni. Un crescendo che, per chi ama la moda, iniziava quasi a sopraffare quando, deus ex machina, Derek Zoolander e Hansel, AKA Ben Stiller e Owen Wilson, hanno strappato una risata al pubblico della sfilata. Proprio a casa Valentino i due attori stanno girando il sequel del grande successo Zoolander. Un tocco geniale di chiusura per ciò che comunque si era già affermato come memorabile.