Nel Padiglione Ferroviario del Museo Scienza e Tecnologia “Leonardo da Vinci”, durante la Milano Design Week 2019, è stata esposta la mostra Ro Plastic-Master’s Pieces, parte di GuiltlessPlastic, il progetto internazionale lanciato da Rossana Orlandi per sensibilizzare il mondo del design sul discusso tema della plastica.

Appoggiati direttamente sulle loro casse da imballo, nell’allestimento di VUDAFIERI SAVERINO PARTNERS, nel pieno rispetto del tema del riciclo e dell’ecosostenibilità, ventinove opere inedite realizzate in plastica riciclata realizzate da alcuni tra i più importanti designer, architetti e artisti del momento: Massimiliano Adami, William Amor, Nacho Carbonell, Matteo Cibic, Enrico Marone Cinzano, Jacopo Foggini, Formafantasma, Barnaba Fornasetti, Maurizio Galimberti, Jaime Hayon, Piet Hein Eek, Thierry Jeannot, Studio Job, Max Lamb, Piero Lissoni, Massimiliano Locatelli, Fernando Mastrangelo, Alessandro Mendini, Lucio Micheletti, Brodie Neill, Fabio Novembre, Italo Rota, James Shaw, Studio Nucleo, Patricia Urquiola, Dirk Vander Kooij, Tiziano Vudafieri, Marcel Wanders e Nika Zupanc. 

Hanno tutti raccolto l’invito della gallerista per dimostrare che anche il design, facendosi portavoce di un tema così sensibile ed educando il pubblico a nuovi stili di comportamento, può essere parte della soluzione di un problema che coinvolge tutti, nessuno escluso.Insieme alle opere, la mostra ospitava l’anteprima di tre video creativi, realizzati dagli studenti dello IULM per il concorso PLASTIC for GOOD PRIZE con il supporto di Acqua Dynamo.

In esposizione anche il dispositivo Seabin, promosso dall’iniziativa “LifeGate PlasticLess”, l’innovativo “cestino” galleggiante che permette ogni anno di raccogliere nei mari fino a mezza tonnellata di rifiuti plastici, comprese microplastiche e microfibre, attraverso il suo utilizzo e la sua installazione nei porti.

GUILTLESSPLASTIC – IL PROGETTO INTERNAZIONALE DI ROSSANA ORLANDI

“Nel novembre 2017, mentre ero in spiaggia in Sardegna con i miei nipotini, osservando la grande quantità di plastica colorata portata dal mare – racconta Rossana Orlandi – mi venne spontanea l’idea di coinvolgere il mondo del design per dare nuova vita alla plastica usata, esplorando le sue enormi possibilità di trasformazione. La plastica ha colpa? O è l’uso e l’abuso che se ne fa? Con questa domanda, è nato GuiltlessPlastic, e dal pensiero all’azione, ho coinvolto il mondo del design per abbracciare insieme a me la sfida di progettare oggetti utili, belli a prova di futuro, con un materiale che deve trovare nuova vita invece di finire in mare. Solo il 6% dei prodotti europei di plastica proviene da plastica riciclata. GuiltlessPlastic può contribuire a migliorare la situazione stimolando la comunità internazionale del design.”

Da Senso di Colpa, l’evento che Rossana Orlandi ha ospitato nella sua galleria durante il Fuorisalone 2018, è nato GuiltlessPlastic, un’indagine a 360 gradi sulle complessità del materiale più usato e più contestato del nostro tempo. Ad accompagnarla nell’evoluzione del progetto, Cristina Gabetti, in qualità di advisor sulla sostenibilità.

LA PLASTICA È UN PROBLEMA GLOBALE E TUTTI POSSIAMO DIVENTARE PARTE DELLA SOLUZIONE.

Inventata alla fine del 1800, la plastica è diventata strategica nella costruzione di materiali bellici e negli anni ’50 si è diffusa su larga scala in prodotti di consumo e imballaggi. Da quando è stata scoperta, più di 8 miliardi di tonnellate sono state prodotte globalmente e oltre il 50% è stato scartato o incenerito. Il numero è in costante crescita: ogni anno, vengono prodotti oltre 322 milioni di tonnellate di polimeri e 8 milioni di tonnellate finiscono nei nostri oceani, devastando la salute degli ecosistemi. Tutta la plastica non adeguatamente smaltita è tossica in natura, non solo in mare ma anche sulla terra. I rifiuti plastici sono la più grande risorsa disponibile. Mentre i ricercatori stanno sviluppando polimeri biodegradabili, cosa si può fare per ridurre l’impatto devastante delle materie plastiche derivate dal petrolio? Ancora oggi alcune applicazioni della plastica vergine sono essenziali, ma l’abuso e lo spreco di questo materiale duttile e resistente ha creato problemi complessi e interconnessi.

Rossana Orlandi continua: “Ho voluto nel mio progetto artisti, designer e architetti di tutto il mondo per far vedere quanto la plastica possa essere, veramente, trasformata e interpretata per creare cose di valore capaci non solo di durare nel tempo, ma di avere sia contenuto sia estetica. Non possiamo non chiederci quale futuro vogliamo lasciare ai nostri figli e ai nostri nipoti. Quella di salvaguardare il pianeta è una missione: ho letto che nel 2050, che è dietro l’angolo, c’è il rischio che il mare venga letteralmente soffocato. È da pazzi non agire. Il tempo che ci resta è poco e bisogna capire che insieme possiamo fare molto. Non c’è più spazio per l’ignoranza né per la pigrizia. Con GuiltlessPlastic ho voluto coinvolgere scuole e università per realizzare video e messaggi di comunicazione per i giovani e i più piccoli. Comunicare con loro è fondamentale: non solo sono particolarmente ricettivi, ma sono capace di capaci di educare i genitori più di quanto si possa pensare”.

 

Le foto della mostra Ro Plastic-Master’s Pieces sono di Simone Furiosi