La mostra Nocturnal Journey di Hans Op de Beeck al KMSKA di Anversa (22 marzo – 17 agosto 2025) propone un percorso immersivo attentamente progettato, in cui scultura, suono e narrazione si fondono per ricreare un parco notturno silenzioso ed enigmatico La mostra Nocturnal Journey di Hans Op de Beeck al KMSKA di Anversa (22 marzo – 17 agosto 2025) propone un percorso immersivo attentamente progettato, in cui scultura, suono e narrazione si fondono per ricreare un parco notturno silenzioso ed enigmatico. Composta da 39 sculture monocrome a grandezza naturale, l’installazione si presenta come un “totaal-kunstwerk”: un viaggio fisico e mentale che naviga lungo il confine sfumato tra realtà e sogno. Hans Op de Beeck Arte e design: scultura digitale e artigianale Uno degli aspetti più originali del lavoro di Op de Beeck è il ricorso a tecnologie digitali nella fase di progettazione, come gli scanner 3D, per poi realizzare manualmente le opere. Questo metodo ibrido gli consente di catturare la precisione e la texture degli oggetti reali, per poi ricontestualizzarli in uno spazio scultoreo silenzioso. Da un punto di vista critico, questo approccio solleva interrogativi sul ruolo dell’artista nell’era digitale: è più designer-programmatore che scultore classico? Eppure, grazie alla sua padronanza della forma e alla capacità di disporre gli elementi, rimane indiscutibilmente un narratore visivo. Hans Op de Beeck Estetica della quiete: silenzio e polvere L’uso del grigio e del bianco — come se le figure fossero “ricoperte da uno strato di polvere” — sottolinea un tempo sospeso: le scene sembrano fotogrammi tratti da un film fermato, un istante prima o dopo qualcosa di inatteso. Come nelle sue opere precedenti (Night Time, Staging Silence), anche qui ogni oggetto — una bolla di sapone, un cavaliere solitario, sedie, tavoli, bambini addormentati — trasmette una carica emotiva sottile ma persistente. Op de Beeck non crede nello spettacolo: crede nella risonanza del minimo. Dialogo, storia e vanitas A prima vista, la mostra può sembrare sobria, quasi accademica. Ma dietro questo apparente silenzio si cela l’intenzione di stabilire un dialogo storico con la collezione del KMSKA. Numerosi sono i riferimenti al tema della vanitas — la fragilità della vita — visibili in opere come Vanitas XL o Tatiana (Soap Bubble), dove la bolla di sapone evoca la mortalità improvvisa, sull’orlo dello scoppio. Nell’opera The Horseman, l’eroe tradizionale è sostituito da un viaggiatore solitario: un gesto sobrio ma potente che rilegge la storia attraverso l’esperienza individuale. Hans Op de Beeck Immersione sonora e atmosfera notturna Un ambiente sonoro discreto e uniforme accompagna il cammino del visitatore nella sala, rafforzando la sensazione di trovarsi in uno spazio crepuscolare che trascende i tempi convenzionali. La somma di elementi — sonori, visivi e spaziali — rende l’esperienza simile a una performance lenta, quasi rituale. I visitatori non si limitano a osservare: diventano ospiti di un mondo meticolosamente costruito. Hans Op de Beeck Tensioni concettuali Si crea qui una tensione interessante tra il digitale e l’artigianale. La tecnologia 3D garantisce l’esattezza, ma la fisicità dei materiali come poliestere o resina recupera la tangibilità dell’opera nello spazio reale. Op de Beeck articola un discorso efficace: lo scanner riproduce la realtà, ma l’artista la reinterpreta, la ordina e la riscrive in chiave scultorea. Il risultato non è una copia fredda, ma un’eco poetica, carica di temporalità ed emozione. Hans Op de Beeck Con la mostra più grande che sia stata organizzata in Belgio, Op de Beeck conferma la capacità di trasformare l’ordinario in un’esperienza estetica universale. Tuttavia, il tono monocromatico, meditativo ed empatico può risultare ostico a chi cerca narrazioni esplicite. Chi si aspetta una mostra di immagini di forte impatto visivo potrebbe sentirsi disorientato: questa opera richiede uno sguardo attivo e ricettivo. Ma è proprio questa esigenza la sua più grande virtù: questa mostra non si consuma in fretta. Bisogna fermarsi, contemplare la polvere sospesa, ascoltare il battito dell’ambiente, lasciarsi toccare dalla nostalgia suscitata da figure congelate nel tempo. Solo allora si capisce che Nocturnal Journey, al KMSKA, è più di un’esperienza visiva: è una poetica tattile, un interrogativo contemporaneo sul tempo che passa, sulla memoria, sul dialogo tra tradizione e tecnologia. In definitiva, Hans Op de Beeck inaugura una nuova forma di scultura nel cuore di Anversa: una scultura che nasce dal pixel e dallo scanner 3D, che parla attraverso il silenzio e la polvere, ma che alla fine ci pone davanti alla nostra condizione transitoria. Un’opera capace di sussurrare l’eternità. Hans Op de Beeck